Torna  Parker, l’eroe “nero” di  Donald Westlake nella sua anima oscura di Richard Stark e lo fa alla grande. Suona il telefono e lui non può rispondere. Non subito, almeno. Deve “finire” un killer russo  mandato da certi vecchi amici dalla memoria lunga e l’animo vendicativo. Sistemata la questione Parker, criminale professionale, duro, meticoloso, può rispondere e accettare l’organizzazione di un favoloso colpo a una pinacoteca segreta, composta di quadri rubati. Potreste immaginare un inizio più secco e coinvolgente?  Per la verità non è la prima avventura con cui Westlake (pardon Stark) riporta in scena il suo personaggio, le prime avventure di questa nuova serie sono uscite in una collana dedicata ai grandi colpi presso un altro editore, ma la copertina sobria dei Misteri di Alacràn ci sembra particolarmente adatta a un romanzo che mantiene tutte le promesse del suo incipit. Non è un ruggito da vecchio leone questo di Stark ma un romanzo solido, ben costruito con una giusta miscela di azione e preparazione del piano, un connubio che spesso tende a essere sbilanciato a favore di sin troppo dettagliate “prove” in film e libri del filone. Qui invece c’è azione dura, movimento, le strade s’intrecciano e se è logico immaginare che il piano e la sua realizzazione non procedano come stabilito per Parker e la sua banda gli imprevisti interni ed esterni sono davvero un bruttissimo pasticcio. Insomma una storia rapida, incalzante che segna una rinnovata voglia di divertire e divertirsi da parte dell’autore e non un semplice ripescaggio di un personaggio che, chi ama il cinema, ricorderà con il viso di Lee Marvin e, più recentemente di Mel Gibson che, per ragioni presumibilmente di copyright veniva chiamato Porter in Playback. Ma lo stile secco, l’inanellarsi di vicende solo apparentemente slegate che fecero di Stark un maestro del nero americano, più violento e dinamico di quello francese, ci sono ancora tutti. Tanto da indurci ad aspettare la prossima avventura con l’ansia riservata al ritorno di un vecchio amico.