Lu Scarparu è un ragazzino come tanti nella Catania degli anni settanta. Figlio di un calzolaio ha un carattere inquieto e ribelle che lo porterà a fuggire al nord e a mischiarsi con la malavita, conoscerà il carcere e al suo rientro nella terra natia entrerà a far parte di una delle famiglie criminali più pericolose della Sicilia e compirà la sua escalation verso i vertici della criminalità, del sangue e della violenza. Ma il futuro è imprevedibile e sorprendente e la sua vita subirà un nuova e inattesa svolta che lo porterà a diventare un pentito.

Trinacrime. Storia di un pentito di mafia è l’ultima opera di Alessandro Vizzino, pubblicato dall’editore Imprimatur. Si tratta di una storia vera, frutto di una lunga intervista durata sette giorni e trenta ore di registrazione, in cui un pentito delle cosche catanesi racconta la sua personalissima verità. L’autore ha quindi provveduto a romanzare la storia, cambiando i nomi dei protagonisti e compiendo un’attenta attività di ricerca sulla storia della criminalità organizzata catanese degli anni ottanta. Da tutto questo lavoro è nato un libro sorprendente e avvincente, che si legge come un lungo romanzo di azione, ma ha in se i segni inconfondibili, le cicatrici incancellabili della verità. Della storia vera che ha segnato e violato le vite altrui. I dialoghi sono taglienti ed efficaci, e l’uso sapiente del dialetto riesce a rendere ancor più coinvolgente la vicenda, mentre una sottile e impalpabile tensione attraversa le pagine, rendendo la lettura un crescendo di sensazioni, frenetico e cattivo, come una macchina che avanza inesorabile verso il ciglio di un burrone.

Le descrizioni sono scarne, veloci, funzionali alla storia e alla tensione narrativa, ma riescono sempre a trasmettere emozioni e a dipingere un mondo che cambia, mentre le organizzazioni criminali plasmano la società.

Un libro che va letto tutto d’un fiato. Ricordando che è solo un lato, un frammento, una scheggia del prisma che rappresenta la verità.