La nobile famiglia degli Arameri governa il mondo dei Centomila Regni, il loro potere è garantito dal dio assoluto Itempas, che ha sconfitto e soggiogato gli altri dei, rendendoli schiavi degli stessi umani e della famiglia regnante. Yeine Darr è una giovane principessa mezzosangue esiliata nel lontano nord del Regno, ma alla morte della madre (una morte misteriosa e sospetta), viene chiamata a corte, nella meravigliosa e incredibile città di Sky, e li viene proclamata erede al trono da suo nonno l’imperatore Dekarta Arameri. La ragazza è sorpresa e sconvolta, e dovrà iniziare una pericolosa lotta, fatta di inganni e cospirazioni, contro gli altri aspiranti al trono, mentre una luce sinistra sembra rischiarare il mistero della morte di sua madre, e una società complessa e affascinante mostra il proprio volto cinico, in un intrico di amore e odio, fra uomini crudeli e dei resi schiavi.

I centomila regni di N.K. Jemisin è pubblicato in Italia da Gargoyle e rappresenta il romanzo di esordio della scrittrice americana, nonché il primo volume della trilogia L’eredità. Il romanzo ha avuto un grande successo di pubblico e critica (candidato ai premi Hugo, Nebula e World Fantasy Award – vincitore del Locus Award), imponendo la sua sconosciuta autrice all’attenzione mondiale.

Nonostante vengano messi in campo una serie di elementi comuni del fantasy, dalla giovane e orfana eroina, al castello incantato, alla prospettiva del viaggio e della maturazione della protagonista, I centomila regni è un romanzo originale e affascinante, un fantasy atipico, con una scrittura complessa ed evocativa. C’è un utilizzo empatico della prima persona che coinvolge il lettore, ma i ricordi e l’agire della protagonista sono inframezzati da ricordi, digressioni, piani temporali in perenne movimento, e creano un caleidoscopio narrativo in continuo movimenti e di grande suggestione.

I personaggi sono sorprendenti, approfonditi e caratterizzati, a partire dalla giovane protagonista e dalla sua vita imperfetta, fino alla complessità emozionale delle divinità rese schiave degli uomini.

Nella sua storia la Jemisin riesce ad inserire tonalità epiche da antica narrazione, ma anche elementi romance e urban che rendono il libro un riuscito mix. La scrittura, come si è detto, è complessa e potrebbe confondere un lettore della fantasy più tradizionale, inoltre spunti narrativi ed elementi della storia sono in gran numero e non sempre trovano una loro collocazione nella vicenda, e sembrano galleggiare in una zona d’ombra fra le pagine, ma considerando che si tratta del primo libro di una trilogia, è probabile che tutte le tessere del mosaico andranno lentamente a posto.

Un romanzo complesso e affascinante, un viaggio inaspettato per la mente e per il cuore.