Come molti libri, anche questo saggio di Andrea Carlo Cappi inizia con una dedica. E' da questa stessa dedica che voglio partire con la mia recensione:

 

In memoria di mio padre,

Alessandro Cappi,

che un giorno mi disse:

“Prova a leggere questo.”

 

Perché riportare la dedica? Perché in essa, oltre a un valore personale e affettivo, risiede anche l’anima di questo manuale. In particolare nell'ultima frase: "Prova a leggere questo". Elementi di tenebra è un testo che ribadisce a più riprese il concetto che non esiste capacità di scrittura senza capacità di lettura.

Approfondiamo. Nel secondo paragrafo della sua introduzione, Cappi già dichiara: “Più che nei corsi di scrittura, credo in realtà nei corsi di lettura, quelli che permettono al lettore di intravedere gli ingranaggi che muovono un racconto o un romanzo. Chi non ha ambizioni letterarie può ricavarne semplicemente un maggior divertimento quando prende un libro in mano. Chi invece si vuole avventurare nella scrittura potrà forse avere le idee più chiare.”

Beh, per quel che mi riguarda, sono pienamente d’accordo. Del resto, sono in linea anche con l’affermazione di partenza dell'autore: “Ho un’opinione precisa sui corsi e sui manuali di scrittura creativa. Sono convinto che una persona priva di idee e di talento non potrà mai diventare uno scrittore solo perché ha seguito qualche lezione o ha letto un trattato. Ma sono anche convinto che chi invece ha idee e talento possa trarre beneficio dall’esperienza altrui. Questo vale anche, e soprattutto, per il thriller.”

Come potete pertanto constatare, Cappi è schietto fin dalla prefazione. Questo manuale non promette miracoli all'aspirante scrittore, non lo lusinga, non finge. Dà. Concentra e distilla con professionalità i punti fermi di una narrativa peraltro estremamente eclettica come il thriller.

Un lavoro ammirevole e funzionale, che filtra anni di esperienze dirette e indirette.

In Elementi di tenebra, Cappi ci racconta i meccanismi di un genere (e dei suoi numerosi sottogeneri) senza stare a menarsela, centrando i punti focali, parlando a proposito e non per esibire il proprio bagaglio di conoscenza; un peccato di autocompiacimento in cui purtroppo inciampano a volte esperti e appassionati. Cappi invece non indulge su aspetti secondari, anche se non mancano delle piacevoli concessioni in tal senso.

 

Il saggio parte dichiarando obiettivi e spirito, transita attraverso una dovuta definizione del genere, ne ripercorre quindi la sua genesi.

Esaurita in modo convicente questa parte introduttiva, va a puntualizzare e sviluppare le espressioni principali del thriller, dalle più riconoscibili alle meno citate, eppure ben note: mistery, whodunit, inverted story, legal thriller, giallo storico, noir, hard-boiled, poliziesco, caper, psycothriller, spy story, action, medical, eccetera.

Poi, si mette a sviscerare i segreti di un Protagonista che sia tale, possibilmente indimenticabile, e di un Antagonista che stia al suo livello (oppure, più in basso o più in alto – dipende dalle scelte e dalle intenzioni dell’autore di turno). Lo fa anche richiamandosi a esempi pratici, evidenziando i tratti più rilevanti dei personaggi più noti della letteratura thriller, adeguatamente raccolti in tipologie.

A questo punto, affronta gli “aspetti tecnici del lavoro del giallista, i ferri del mestiere, gli espedienti che servono a ingannare, stuzzicare, incuriosire, spaventare, emozionare, depistare il lettore.” Ponendosi, però, prima di tutto una domanda fondamentale per l’aspirante scrittore , non scontata come potrebbe sembrare di primo acchito: perché scrivere gialli?

Una volta aver completato l’attenta analisi su target, contenuto, struttura e sviluppo - in pratica la parte più tecnica del manuale - Cappi propone pure qualche “regola per sopravvivere”. Regole che, sia chiaro, non fa male avere chiare ancor prima di riuscire a esordire con il primo romanzo. Come insegna, una volta esaminata nelle sue radici, la continuità di successo di vari autori famosi.

Infine, a corredo del testo principale, Cappi ci regala una carrellata sul thriller nostrano, sui nostri autori più capaci, sui loro stili e le loro opere.

Elementi di tenebra è il frutto di un impegno decennale, alimentato da una profonda e attiva passione per la narrativa in genere, per il thriller in particolare. E’ dal 1995 infatti che Cappi organizza presentazioni e incontri a forte matrice interattiva tra scrittori e lettori, intervista i maggiori autori autori di thriller internazionali e nazionali o anche “semplicemente” dialoga con loro. Una paziente acquisizione di competenza che prima di approdare a questo manuale è passata attraverso il filtro delle Improvvisazioni d’autore, i corsi di scrittura creativa tenuti a più riprese dall’autore stesso. 

 

I vari passaggi di questo volume sono corredati e sottolineati da citazioni da svariati tra i maggiori rappresentanti del thriller internazionale e nazionale. Testimonianze e pareri che, con il loro variegato apporto, cementano e insieme impreziosiscono i tasselli di questo notevole saggio.

Quali sono questi scrittori?

Clive Cussler, Michael Connelly, Jeffery Deaver, Elizabeth George, John Grisham, John Le Carré, Ed McBain, Anne Perry, James Patterson, Douglas Preston, Paco Ignacio Taibo II, Manuel Vazquez Montalban, Piero Soria, Donald Westlake, Petros Markaris, Maurizio Matrone, Ben Pastor, Stan Lee, Carlo Lucarelli (presente con un suo contributo: Sulle tracce di Scerbanenco). E non li ho menzionati tutti.

Mi soffermo ora su Andrea Carlo Cappi. Un paio di paragrafi tutt’altro che superflui: esistono infatti (e purtroppo) anche manuali di scrittura redatti da addetti ai lavori la cui esperienza non è certo ampia come quella di Cappi: un professionista completo, che la narrativa la vive giornalmente non solo come lettore e scrittore, e che quindi ha avuto modo di sviluppare ottiche e competenze disparate.

Nato a Milano nel 1964, Cappi è narratore (ha pubblicato per Mondadori, Addictions, Alacran, EL, Sonzogno), saggista (per e.: Mondo Bond, Mondadori) traduttore dall'inglese (tra gli altri: Dashiell Hammett, Raymond Chandler, Ian Fleming, John Gardner, Raymond Benson, Michael Connelly, P. C. Doherty, Stuart Kaminsky, Donald E. Westlake, Douglas Preston & Lincoln Child) e dallo spagnolo (Paco Ignacio Taibo II, Andreu Martin, Miguel Barroso e Pedro Casal...), sceneggiatore di fumetti (in particolare, di alcuni Martin Mystère, personaggio che ha poi ripreso nel romanzo Martin Mystère - L'occhio sinistro di Rama, Sonzogno) e apprezzato curatore di collane. Tiene corsi di scrittura creativa. Assieme a Sandro Ossola, ha fondato le edizioni Alacrán.

Chiudo tornando al volume recensito per un'ultima, fondamentale, precisazione: non annoia mai, Elementi di tenebra. Un aspetto da non sottovalutare, in un lavoro saggistico.

Provare per credere. Anzi: per imparare.