Sono passati tredici anni dalle vicende del bestseller Il poeta, e il giornalista di cronaca Jack McEvoy – vero e proprio alter ego di Michael Connelly – si accorge che il suo mondo è cambiato... e parecchio, anche.

Sono finiti i tempi in cui scrivere per il prestigioso Los Angeles Times è un lavoro sicuro: il mondo è in crisi e la crisi vuol dire tagli ai costi. In totale controtendenza con quanto avviene in Italia, gli Stati Uniti hanno la curiosa abitudine di tagliare gli stipendi alti, invece che di prendersela con i più deboli com’è usanza italica. Così McEvoy, stimato ma pagato decisamente troppo, rientra nella lista delle persone licenziate dal giornale per cercare di non fallire. Il giornalismo non è più quello di una volta, ora con internet il mondo è a portata di mano in pochi secondi e già aggiornamenti ogni minuto sono lenti: figuriamoci ogni ventiquattr’ore!

McEvoy ha due settimane per insegnare la sua professionalità decennale ad una giovane sbarbatella fresca di università: la cosa triste, è che la giovane è totalmente inesperta ma supera di lunghezza il sapiente giornalista, il quale è troppo legato a vecchie procedure per rendersi conto che la tecnologia multimediale consente imprese prima impensabili.

La nuova generazione di giornalisti è mojo, “modern job”, conosce tutto del mondo digitale. «Ero un oldjo – confessa il protagonista – un giornalista all’antica». L’estinzione, quindi è dietro l’angolo. Ci vorrebbe una storia, uno scoop di quelli succosi per far mangiare le mani ai direttori del Times... e non servirà attendere molto per trovarne uno.

Comincia così un’indagine di McEvoy che lo porterà a scoperchiare un cesto di serpenti. Due omicidi risolti troppo sbrigativamente dalla polizia di L.A. risultano essere la punta dell’iceberg di un pericolosissimo serial killer, troppo scaltro, furbo ed equipaggiato perché un semplice cronista possa gestirlo: ci sarà bisogno dell’aiuto dell’agente dell’FBI Rachel Walling, anche lei proveniente direttamente dal romanzo Il poeta.

Fra riappacificazioni e scontri, fra pericoli e mille peripezie i due si troveranno davanti molto di più di un pezzo di cronaca, di uno scoop: dovranno lottare per la propria vita.

L’uomo di paglia è un romanzo che cattura sin dalle prime parole e non molla la presa fino in fondo. Gradito ritorno – o bella sorpresa per chi non avesse letto Il poeta – la coppia McEvoy e Walling conferma non solo l’affiatamento per questo romanzo... ma, chissà, pare strizzare l’occhio a sviluppi futuri...

Connelly ci guida in un mondo che non c’è più, quello della carta stampata, che è solo in attesa della definitiva sepoltura da parte della Rete. Ci racconta della difficoltà del passare da un mondo all’altro, difficoltà che non conoscono le nuove leve perché sono nate già in un certo stato di cose.

Il thrilling è assicurato e la lettura scorrevole e piacevole: cosa chiedere di più?