Lo sceriffo Nick Corey ha un solo obiettivo nella vita: distruggere ogni consuetudine attinente al genere letterario che gli dà la vita!

Il nuovo romanzo di Alessandro Zannoni è un pugno vigoroso e potente allo stomaco letterario di più generi: nessuno dei personaggi di Le cose di cui sono capace sembra avere intenzione di comportarsi come dovrebbe, abbattendo tanti di quei tabù (letterari e non) che viene da chiedersi se non siamo di fronte alla nascita di un nuovo genere... anzi, di un anti-genere.

Il nome del protagonista, preso dichiaratamente da quello di Pop. 1280 (da cui il celebre film Colpo di spugna) di Jim Thompson, non è l’unico a strizzare l’occhio a quell’universo letterario che l’autore è impegnato a smontare dalle fondamenta. Dalle piccole e gustose citazioni viene fuori l’immagine di un’intera tradizione che viene riscritta e reinterpretata in una salsa totalmente nuova.

Nick Corey, si diceva, è lo sceriffo di un buco di paese immerso nel nulla apatico della provincia americana: l’ambiente classico di centinaia di storie horror o thriller. C’è chi vuol fare il furbo con la legge, c’è chi vuole aggirarla, c’è chi vuole controllarla; ci sono derelitti che distruggono la propria vita fra alcol, gioco e sesso, e in mezzo a questa giungla umana dove ogni buon sentimento sembra evaporato fra i fumi dell’alcol, si erge massiccio lo sceriffo Corey... che racchiude in sé tutto quanto finora descritto!

Personaggio sfuggente e inclassificabile - buono ma bastardo, dalla parte giusta ma con i metodi sbagliati, con un occhio di riguardo ma con la mano pesante, etero ma non troppo - Nick Corey racchiude in sé il male e il bene dell’intera città; lui è autorità temporale e spirituale allo stesso tempo: confessa, benedice, punisce e perdona tutti secondo il proprio parametro di giudizio ed ogni decisione è inappellabile.

Finché la situazione è sotto controllo sembra andare tutto bene, ma che succede se arrivano problemi da fuori città? Che succede se dal passato torna chi non dovrebbe tornare? Che succede se un amico finisce in guai dannatamente seri? Che succede, in una parola, se lo sceriffo dovrà calcare la mano... più di quanto non faccia quotidianamente?

Le cose di cui sono capace è un romanzo sorprendente e spiazzante, inaspettato e incredibile: sa tirar fuori il buono anche dai personaggi peggiori, così come sa tirar fuori il marcio da quelli migliori. Il risultato è una storia spumeggiante ed esplosiva, e personaggi assolutamente indimenticabili.

Lucius Etruscus

Le cose di cui sono capace. Scrivere. Questo verrebbe da dire pensando ad Alessandro Zannoni, che dopo opere quali Imperfetto o Biondo 901, torna in libreria con il romanzo dal titolo, appunto, Le cose di cui sono capace.

Perché leggere questo romanzo? Perché è un romanzo sporco, cattivo, politicamente scorretto, duro; che ti prende dentro e non ti molla fino a quando non arrivi all’ultima pagina. E anche quando l’ultima parola è stata letta, torni a pensarci su perché quel personaggio, quello stile, quella trama, restano lì. Dentro.

Nick Corey, all’anagrafe Nicola Coretti, è lo sceriffo di una piccola cittadina del Texas. Ferito, deluso, incazzato, Nick è tutto tranne che un eroe. Attraverso uno stile asciutto, brutale e diretto, l’autore racconta la storia di un uomo, in un omaggio irriverente alla storia di frontiera americana, che fa sua e stravolge, in modo deciso e convincente.

Una costruzione rapida, frammentata, ben articolata, conduce il lettore nella vicenda, che si articola passo dopo passo, in un contesto dalle tinte noir, che emerge prepotente in tutte le sue sfumature. E con abilità, senza porsi troppe domande, l’autore torna a un tema a lui caro, che sta alla base proprio del genere noir e cioè l’indagine dell’animo umano, alla ricerca della risposta alla domanda: cos’è il male?

Nel complesso un romanzo di alto livello, che prende, appassiona, funziona, arriva al punto e ti lascia con la voglia di ricominciare, per capire, scoprire, studiare Nick Corey e il suo mondo al limite. Tra bene e male. Giustizia e criminalità. Morte e vita.

Chiara Bertazzoni