La rivoluzione digitale dell’editoria è in piena ascesa, anche se è ancora presto per stabilire se si tratti di una vera rivoluzione o solamente un piccolo golpe. Mentre giovani autori esordienti - troppo spesso ignorati dalle grandi e blasonate case editrici - si fanno conoscere grazie a romanzi nati direttamente in eBook, un professionista della carta stampata come Stefano Di Marino decide di cavalcare la new wave digitale presentando il suo primo romanzo ad aver conosciuto una pubblicazione: Per il sangue versato.

Dalla sua comparsa nel 1990 il libro ha conosciuto un totale di tre edizioni cartacee, in possesso solo di pochi fortunati collezionisti. Ora finalmente anche i “meno fortunati” potranno gustarsi l’opera prima di un autore che in seguito avrebbe pubblicato decine e decine di romanzi, spesso nascondendosi sotto vari pseudonimi.

Presentare quest’opera a marzo 2011 non è stato casuale: in questo mese infatti le edicola presentano Gangland Blues, la nuova avventura che Di Marino ha ambientato nella sua Milano nera, la stessa città che - con vent’anni di distanza - è protagonista degli eventi di Per il sangue versato. In questo primo romanzo si ritrovano temi e atmosfere che poi si sarebbero evoluti nei romanzi successivi, facendo sì che la storia si possa inserire alla perfezione nell’ampio e complesso universo narrativo che l’autore sta creando.

C’è il mondo marziale idealizzato che si scontra con la realtà del mondo delle palestre cittadino; c’è l’inesauribile passione per l’Oriente e in particolare il sud-est asiatico; c’è l’altrettanto cocente passione per le lame d’ogni foggia; c’è un substrato cittadino in cui vivono (o per meglio dire “tirano avanti”) personaggi di grande realismo e umanità che per il lettore è impossibile non parteggiare per loro, sebbene non siano certo privi di difetti. Sergio Spada, il protagonista, non è né un eroe né un uomo dall’agire cristallino: è un misto di difetti e pregi come ogni persona vera.

Si ritrova qui un elemento forte che molti personaggi di Di Marino mostrano di avere, sin dai racconti precedenti a Per il sangue versato, scritti sotto pseudonimo: il senso del dovere, quel codice d’onore che esula da ogni ideologia o da ogni interesse. È l’onore del guerriero («siamo guerrieri anche qui tra i grattacieli di Milano», dice un personaggio di questo romanzo), un concetto asiatico che però non ha nazionalità: molti personaggi di Di Marino devono agire in un certo modo, anche se va contro ogni logica, semplicemente perché questo codice non scritto glielo impone. La storia che più accentua questo elemento è Lo straniero, altra operazione di editoria digitale compiuta nel 2009: quest’antologia, infatti, riproponeva in formato eBook alcuni vecchi racconti rivisti dall’autore.

Per il sangue versato non dimostra i suoi vent’anni ma anzi è la prova che già in un periodo di forte influenza esterofila Milano era una città ideale per ambientarvi una storia nera e crudele, una storia d’amore e di morte, di amicizia e di vendetta, ma soprattutto... di tanto sangue versato.

Ecco il link per acquistare il romanzo: www.dbooks.it/libreria/scheda/90/6/narrativa/per-il-sangue-versato.html