Dalle stelle alle stalle, dai fasti ai lazzi, dall’Oscar al dimenticatoio nel volgere di due pellicole. Già, perché questo The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck, segna un bel passo all’indietro rispetto alla precedente e assai interessante pellicola Le vite degli altri, un melodramma a sfondo politico con al centro un agente della Stasi di Berlino Est quando il Muro era ancora su.

Insomma, appena in tempo di inserire von Donnersmarck tra i registi da tenere d’occhio, che quest’ultimo casca di brutto su una storia abborracciata nonostante le otto, dicasi otto, mani che meglio non avevano da fare che ripescare un originale francese (Anthony Zimmer di Jerôme Salle) solo per farne un remake inguardabile. Dietro il tutto si muove il cliché che vede l’uomo qualunque spinto a forza in una storia di spionaggio, il tutto per colpa (o per fortuna?) della femme fatale di turno per quanto l’ignaro di turno sia meno sprovveduto di come appaia…

Hitch da cliché così ne estraeva capolavori, von Donnersmarck no, colpa anche della coppia Angelina Jolie e Johnny Deep (ma le prime scelte pare fossero Charlize Theron e Sam Worthington a sua volta preferito a Tom Cruise…) che quanto a feeling se la batte con quello tra l’Inter e Benitez.

Verdetto senza appello: girare al largo.