Si è conclusa in Italia la seconda stagione di uno dei telefilm più “bibliofili” di sempre, “Castle”, e fra pochi giorni negli Stati Uniti inizierà la terza stagione. Cos’è cambiato e cos’è stato aggiunto rispetto alla prima parte, di cui abbiamo già parlato?

Castle” è un telefilm brillante e brioso che gioca con i dettami della serie poliziesco-investigativa, ma in questa seconda stagione è molto mitigato uno degli aspetti fondamentali della prima: la fusione della realtà investigativa con la fiction letteraria. In questa più corposa seconda annata il telefilm predilige di gran lunga gli aspetti polizieschi così come la love story negata tra i due protagonisti: solo nei ritagli di tempo, e di sfuggita, si mostra la vera attività di Richard Castle, che è uno scrittore di successo... che non si vede mai scrivere una sola riga!

Lo scorso anno abbiamo lasciato Castle a bearsi della pubblicazione del suo nuovo libro, “Heat Wave” (che grazie al successo della serie è stato scritto veramente, da un autore ancora anonimo, ed è arrivato anche in Italia): dopo aver fatto morire il suo personaggio di punta, Derrick Storm, la sua nuova eroina Nikki Heat sembra averne preso con successo il posto in libreria. La rivista “Cosmopolitan” dedica uno speciale al fenomeno Heat (nella terza puntata) e intervista Castle in proposito: niente di letterario, però, visto che la trovata servirà solo a far nascere equivoci “amorosi”. Nella quinta puntata c’è la presentazione ufficiale del romanzo, dove scopriamo che l’agente letteraria di Castle è stata con lui una notte a Ibiza e ne ha ricavato un capitolo nel vecchio romanzo “La caduta di Storm”: ben altro è stato dedicato al detective Kate Beckett, visto che l’intero romanzo “Heat Wave” porta come dedica «Alla straordinaria KB e a tutti i miei amici del 12°».

Presentazione di "Heat Wave"
Presentazione di "Heat Wave"
Castle ama dedicare libri, come scopriamo più avanti nella serie. Un suo vecchio romanzo, “Una rosa per l’eternità” (A Rose for Everafter), è dedicato alla donna che avrebbe voluto sposare, ma che invece gli ha spezzato il cuore abbandonandolo: «A Kyra Blaine: tu fai brillare le stelle».

Visto che sappiamo anche che in “Tempesta in arrivo” (Gathering Storm) lo scrittore «ha fatto arrampicare Derrick Storm nel montavivande perché evitasse l’assassino e salvasse la figlia dell’ambasciatore svizzero», si capisce che in realtà metà della seconda stagione del telefilm si basa pesantemente sui dettami della prima, con il suo “bacino” di titoli e trame presi dai tanti romanzi con protagonista Derrick Storm. E Nikki Heat, che doveva essere protagonista?

Superata la metà della stagione troviamo finalmente questo personaggio femminile creato basandosi sul detective Beckett, la quale è lusingata (essendo una grande fan del Castle romanziere) ma che preferisce regalare commenti sferzanti al suo alter ego letterario.

Nella puntata 17 un serial killer è ossessionato dal personaggio di Nikki Heat e le sta dedicando degli omicidi, così l’FBI studia il romanzo di Castle. Eccone la sinossi fatta: «Un noto agente immobiliare viene ucciso. Il caso viene affidato al detective Heat che comincia a indagare su chi poteva volerlo morto. Naturalmente c’è la solita moglie-trofeo, un

Castle (Nathan Fillion) e Beckett (Stana Katic)
Castle (Nathan Fillion) e Beckett (Stana Katic)
pericoloso criminale...» Visto il tono canzonatorio dell’agente, Castle interviene: «Secondo il “New York Times” è un best seller: non credo ci sia bisogno di farlo sembrare così noioso. Grazie!»

«La vita di Heat - continua imperterrito l’agente - è complicata dal giornalista Jameson Rook, sempre in cerca di notizie per scrivere articoli. Heat e Rook discutono in continuazione, ma nel capitolo 11 ammettono la loro attrazione reciproca e fanno sesso...» Tutti gli occhi sono quindi puntati su Beckett. «È un romanzo!» specifica imbarazzata la detective.

 

Com’è d’uso per gli scrittori di successo, Castle viene invitato al solito talk show: occasione d’oro per ogni scrittore per non parlare del proprio libro ma di sé. «Complimenti per il successo di “Heat Wave” - esordisce il presentatore Bobby Mann, -  proclamato best seller dal “New York Times”. L’edizione economica uscirà il 27 luglio e... verrà realizzato anche il film.»

Malgrado, come si è visto, la parte letteraria è quasi del tutto assente da questa seconda stagione, il gioco della realtà-fiction continua ed arriva al secondo livello: da un libro inesistente si arriva a un film inesistente... e chissà che non si arriverà anche ad un telefilm inesistente! Si potrebbe pensare allo stesso escamotage usato da John Carpenter all’interno del suo film pseudobiblico “Il seme della follia” (che verrà trattato in futuro da questa rubrica), ma in realtà siamo su livelli molto differenti: in “Castle” la

"Naked Heat", ancora inedito in Italia
"Naked Heat", ancora inedito in Italia
trovata del film tratto dal personaggio di Nikki Heat sarà - probabilmente nella terza stagione - solo una mera scusa per aumentare le schermaglie pseudo-amorose fra il protagonista e la detective Beckett, la quale probabilmente non apprezzerà l’attrice che verrà scelta per interpretarla.

 

Soltanto nel finale della stagione troviamo un minimo di letteratura, quando cioè ci viene proposto in anteprima un passo del nuovo romanzo “Naked Heat”: «Le sue urla lacerarono l’aria, ma raggiunsero soltanto le sorde orecchie dei cadaveri (A scream pierced the air, falling only on the deaf ears of the dead).» Però la scrittura di questo libro va a rilento e Castle ha già superato la data di consegna. Come se non bastasse, durante una partita a poker con i suoi soliti amici scrittori (James Patterson e Stephen J. Cannell, incontrati anche nella prima stagione, a cui si è unito stavolta anche Michael Connelly) viene schernito per il fatto di essere un autore così poco prolifico.

«Solo un libro l’anno...» lo rimprovera scherzosamente James Patterson.

«... È un po’ pochino, Rick» chiude Stephen J. Cannell.

Michael Connelly e Stephen J. Cannell
Michael Connelly e Stephen J. Cannell
Ricordiamo che i tre veri scrittori al tavolo da poker del falso scrittore sono “padri” di personaggi seriali di lunghissima data: Patterson ha il suo Alex Cross, Connelly ha Harry Bosch e Cannell ha Shane Scully (inedito in Italia). Durante la partita a poker che apre la prima puntata della seconda stagione, poi, gli scrittori citano propri romanzi intorno al gioco del poker: Cannell cita “King Con” (1997,  in Italia: “L’ultima mossa”, Sperling&Kupfer 2000) mentre Connelly richiama l’attenzione di Castle sul racconto “Un piatto da un dollaro” (One Dollar Jackpot), uscito in Italia nell’antologia “La mano del morto” (Dead Man’s Hand, 2007), SuperGiallo Mondadori n. 36, Inverno 2008.

Castle” è una serie nata come divertissement letterario che invece della carta usa il medium televisivo; visto il successo ottenuto si è allargato il gioco al più classico di tutti i media: il libro (con l’uscita del romanzo “Heat Wave”). Ma il gioco continua, e dal libro si arriva al film, in un giro virtuoso che è proprio della letteratura pseudobiblica.

Cosa ci aspetterà nella terza stagione di “Castle”, in onda dal 20 settembre negli Stati Uniti? Sicuramente ogni puntata sarà impegnata sui casi da risolvere e come contorno ci sarà l’eterna storia d’amore negato fra i due protagonisti: chissà se rimarrà spazio per altri divertissement letterari, e chissà se la serie genererà uno spin-off... un altro telefilm con la detective Nikki Heat e il giornalista Jameson Rook!