Questa è la settimana che culmina con Halloween, la notte delle streghe, la festa che ogni appassionato del fantastico attende ed ama.

Per concludere in bellezza il trittico di special dedicati all'occasione, la rubrica Segnali da Plutonia si premura di segnalarvi altri tre titoli ad alto tasso di brivido.

Si tratta di volumi di cui ho già parlato qualche tempo sui miei blog personali, ma che su Thriller Magazine riceveranno la giusta visibilità, che meritano appieno.

Eccovi dunque queste tre storie inquietanti, da leggere prima di mascherarvi da mostri per gironzolare nelle brume...

Buona lettura!

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Mia nonna è un vampiro di Gianpaolo Marrone

295 pagine, 4.64 euro

Disponibile su Amazon

“Il professor Magnus appare sul palco e con aria sorniona afferma: "I vampiri non esistono!".

L'esimio docente di vampirologia dell'Università di Torino, osserva con aria divertita gli astanti e poi con tono pacato aggiunge: "...E se riuscissi a convincervi del contrario?".

I più sorridono divertiti, ma nella platea c'è un ragazzo che ha notato alcuni cambiamenti sospetti in quella che era stata la sua adorata nonnina.

Nessuno vuole credergli quando afferma: "Mia nonna è un vampiro!"

Mia nonna è un vampiro, di Gianpaolo Marrone, si è rivelata essere una storia godibile, divertente, ben scritta, in grado di miscelare horror, romanzo di formazione e humor.

L'inizio è un poco spiazzante, ma solo perché i nomi di alcuni personaggi sono un tantino bizzarri, partendo dal protagonista, il giovane Cristo Santo (c'è però una spiegazione, anche se è un poco comica).

Si tratta solo di prendere le misure allo stile di Marrone, che è un vero funambolo della parola.

La storia si svolge in un paesino immaginario del nord Italia, Pozzo Antico e, nello specifico, tra casa Santo (il tredicenne che, all'improvviso, si ritrova una nonna non-morta e succhiasangue) e la scuola dove studia, in un turbinio di azzeccate interazioni adolescenziali, tra ormoni, bulli, feste delle medie, primi baci, cattiverie etc. etc. Il paese stesso nasconde vecchi segreti, che riemergono nel dovuto crescendo narrativo.

La nonna vampiro del titolo diventa tale dopo una morte apparente (ma apparente non lo è, come si vedrà), alla bella età di 99 anni suonati. Tornata dalla tomba poche ore prima della tumulazione, la vecchietta darà il via a una serie di omicidi e sparizioni, dapprima di cani, poi di ragazzini. Sparizioni che alle autorità locali sembrano del tutto inspiegabili.

Soltanto suo nipote Cristo scoprirà la sua vera natura: non un'anziana miracolata da una finta morte, bensì una vera vampira assetata di sangue umano... e di sesso.

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Ragni di Claudio Vastano

196 pagine, 2.49 euro

Disponibile su Amazon.

“Charles MacDermhott è l’ultimo superstite della città di Revel e lotta strenuamente contro i ragni giganti che hanno scalzato l’umanità dal podio di specie dominante del pianeta Terra. Le giornate dell’uomo trascorrono in completa solitudine fino all’arrivo di Lucia; la ragazzina è in fuga da Jacksonville, l’inferno terrestre presidiato da orde di aracnidi corridori. Nessuno sa da dove provengano queste creature né chi le abbia create. C’è una sola certezza: non c’è modo di arrestarne l’avanzata. Se MacDermhott sembra abituarsi alla sua nuova condizione di “cacciatore eremita”, altri individui non sono dello stesso parere. Dalle ceneri della società umana divorata dai ragni giganti iniziano a emergere nuovi e più terribili mostri. Chi sono i misteriosi uomini in nero che tiranneggiano fra le strade di una città in rovina e quali sono le loro intenzioni? Mentre una nuova progenie di incubi si appresta a invadere Revel, MacDermhott comprenderà che la più terribile delle minacce può nascondersi soltanto nei meandri più reconditi della mente umana.”

Io sono leggenda coi ragni giganti al posto dei vampiri.

Quest’affermazione potrebbe bastare come recensione. Fatte le debite proporzioni (Matheson resta inarrivabile), Ragni, di Claudio Vastano, è godibile quanto il super-classico della narrativa d’assedio testé citato, e ne richiama le atmosfere in moltissimi passaggi.

Tuttavia sarebbe limitante e sbagliato far passare questo romanzo per una semplice sorta di omaggio al maestro Matheson. Esso riecheggia infatti di altri pregevoli ingredienti. Su tutti va citata l’atmosfera di certi b-movie degli anni ’50, in cui erano proprio gli insetti giganti a minacciare l’umanità.

Solo che qui i ragni titanici hanno già vinto la battaglia, conquistando il nostro mondo. Il loro scopo è semplice e senza fronzoli: mangiarci tutti. Nessuno sa da dove siano arrivati – si pensa a esperimenti militari sfuggiti di mano, ma sono solo voci. Quel che è certo è che i ragni hanno sconfitto gli uomini, trasformandoli in prede di cui cibarsi.

Poche comunità sopravvivono, sparse qua e là, anche se alcune di esse si stanno organizzando come grandi tribù violente e selvagge, governate dalla più classica legge del più forte. Legge al cui solitario Charles MacDermhott (nome che forse omaggia il radiofonista de Il Giorno degli Zombi) vuole sottrarsi a tutti i costi, preferendo il suo status di solitario. Status che però viene meno quando si trova nelle condizioni di dover badare a un’orfanella...

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Il Manichino di S.L. Grey

438 pagine, 4.99 euro

Disponibile su Amazon.

“Dan è un ragazzo inquieto e poco socievole che lavora in uno squallido, enorme centro commerciale. Odia il suo lavoro. Rhoda è una giovane freak nera, sfregiata da una cicatrice che tutti guardano con orrore, e ha qualcosa in comune con Dan: odia la propria vita. Un giorno Rhoda, per procurarsi la cocaina, trascina al centro commerciale il bambino a cui fa da baby sitter ma, in un momento di disattenzione, il ragazzino sparisce e lei va nel panico. Poi vede Dan e lo costringe ad aiutarla. Mentre esplorano corridoi illuminati dai neon sulle tracce del piccolo, inquietanti SMS li attirano nelle viscere dell’edificio, dove sono accatastati mucchi di vecchi manichini e dal soffitto gocciola uno strano liquame. Tentando di fuggire da quel macabro spettacolo, si rendono conto di essere rimasti invischiati in un allucinante gioco a quiz gestito da qualcuno che rimane sempre nell’ombra e che dall’ombra osserva e ascolta ogni loro minimo gesto, ogni sillaba, ogni brivido d’orrore. Inseguiti da esseri informi, precipitano in un inquietante e mostruoso mondo parallelo, dove i commessi sono incatenati ai banconi, dove nessuno è normale, dove l’universo intero sembra popolato da manichini e freak che ai tavolini del bar si cibano di poltiglie sanguinolente. Riusciranno mai Dan e Rhoda a ritornare alla loro realtà? A sfuggire alla mente mostruosa che li vuole persi per sempre nei labirinti infernali dell’enorme, disumano centro commerciale?”

Dietro alla pseudonimo si nascondono due autori sudafricani, Sarah Lotz e Louis Greenberg, appassionati di letteratura fantastica. Questo è il loro sito: dategli un’occhiata, ne vale la pena.

Il Manichino è il loro primo libro tradotto per il mercato italiano. Anche se è inserito in una collana di thriller questo romanzo è pura speculative fiction. Ossia fantasia al potere, dimensioni parallele, mostri e cose inspiegabili.

Forse...

A ogni modo, digressioni a parte, è stato quasi commuovente ritrovare un vero horror in libreria; tra l’altro un romanzo di qualità eccellente, a lottare con le unghie e coi denti con la robaccia che trabocca dagli scaffali italici dei libri “del fantastico”. Sì, il virgolettato è obbligatorio e denigratorio. Spero che in molti veri appassionati di narrativa del brivido comprino Il Manichino, per dare un segnale forte al mercato. Questa volta è pure in italiano e costa il giusto (in entrambi i formati, cartaceo e digitale).

La sinossi, presa dalla quarta di copertina, rivela abbastanza della trama, spoilerando anche troppo. La storia funziona alla grande, complici due personaggi perfettamente riusciti, con cui è facile empatizzare, Rhoda e Dan. Loro muovono il tutto, riuscendo nel difficile compito di non venire schiacciati dalla macabra e riuscitissima ambientazione, il magazzino situato su un universo alternativo, popolato da mostruosi clienti e derelitti “compratori”.

La discesa - o il passaggio - da un universo all’altro è una delle parti più riuscite del romanzo. La rapida, allucinata assuefazione a un micromondo che non risponde a leggi fisiche conosciute è resa splendidamente dai due autori, che alternano i capitoli con POV di Dan e Rhoda. Ed è bello, molto bello, avere a che fare con voci narrati verosimili, tridimensionali, non piatte e stereotipate.

Una lettura che prende e cattura. Insieme a Rhoda e Dan, anche noi finiamo risucchiati nel centro commerciale infernale. Impossibile poi non condividere lo straniamento dei due quando si accorgono che...