La Editrice Corbaccio invia in libreria, con il titolo Il divo Claudio, il secondo volume scritto da Robert Graves con la biografia romanzata di un grande imperatore romano: Claudio.

Nel primo volume Io Claudio, pubblicato sempre dalla Corbaccio abbiamo scoperto come Tiberio Claudio, nato il 10 a.C. e cresciuto in seno alla grande famiglia che partendo da Caio Giulio Cesare alla Roma Imperiale ha dato tanti nomi illustri come Marcantonio, Augusto, Tiberio, Caligola e altri. Ebbene Claudio in gioventù era considerato uno stupido balbuziente buono a nulla, trattato da tutti con sufficienza ed escluso dagli affari di famiglia.

Il fatto di essere considerato una nullità fu la sua fortuna sfuggendo alle lotte intestine di corte, agli intrighi di Augusto, al veleno di Tiberio e alla follia di Caligola.

Riportiamo l'incipit di questa seconda parte della sua "autobiografia": 

<< Due anni son trascorsi da quando finii di scrivere il lungo racconto delle strane vicende che permisero a me, Tiberio Claudio Druso Nerone Germanico, lo storpio, il balbuziente, l'idiota, che nessuno dei suoi ambiziosi e sanguinari parenti giudicò mai che valesse la pena di decapitare o avvelenare o costringere al suicidio o confinare in un'isola deserta per lasciarvelo morir di fame - metodi spicci che essi solevano usare per sbarazzarsi gli uni degli altri, - permisero a me, dicevo, di sopravvivere ad ognuno di essi, e persino a quel pazzo pericoloso che fu il mio nipote Caio Caligola, e di vedermi inaspettatamente un bel giorno acclamato Imperatore dai capisquadra e dai soldati della Guardia di Palazzo. Smisi la narrazione proprio a questa drammaticissima svolta della mia esistenza: colpa grave, per uno storico di professione come me. Lo storico non ha il diritto di interrompere il racconto nel punto culminante dell'interesse. Avevo il dovere assoluto di proseguirlo, e di descrivere, per lo meno, ciò che il resto dell'esercito pensò di quell'atto prettamente anticostituzionale compiuto dalla Guardia di Palazzo, e ciò che ne pensò dal canto suo il Senato; e lumeggiare l'atteggiamento del popolo nel vedersi imporre un sovrano così poco promettente come me, ed accennare alla sorte che toccò a Cassio Cerea, all'Aquila, alla Tigre (tutti ufficiali della Guardia), a Vinicio ed alle altre personalità implicate nella congiura contro Caligola. Invece di tutto questo, dedicai le ultime righe del mio libro alla descrizione degli irrilevanti pensieri che mi frullavano pel capo mentre, incomodamente seduto sulle spalle di due caporali, col pileo d'oro di Caligola posato a sghimbescio sulla mia testa, venivo portato trionfalmente in giro pel cortile del Palazzo tra gli evviva dei soldati.

La ragione che mi scoraggiò dal proseguire il racconto deve ricercarsi nel fatto che io mi rimproveravo acerbamente di essermi permesso di diventare il monarca del mondo romano... >>

Robert Graves nacque a Londra nel 1895, figlio del poeta irlandese Alfred Percival Graves e di madre tedesca, nipote del famoso storico tedesco Leopold von Ranke. Dopo gli studi compiuti a Oxford, combatté in Francia durante la prima guerra mondiale; esperienza, questa, rievocata nelle sue prime raccolte di versi. Finita la guerra, insegnò letteratura inglese a Oxford e, per breve tempo, in Egitto. Nel 1927 si trasferì a Maiorca, dove, salvo una breve parentesi, rimase sino alla morte nel 1985.

Claudio è un uomo affabile, un uomo mite, è uno studioso la cui vita cambia improvvisamente e inaspettatamente quando viene acclamato imperatore dai pretoriani. Circondato ma non travolto dagli intrighi di corte, dalle passioni, dai tradimenti che falcidano sia la sua famiglia sia i suoi avversari, riuscendo quasi involontariamente a rimanere a margine delle lotte di potere, Claudio giunge a passo regolare e misurato verso l'apice del successo. Ma la sua vita, sino a ora e da ora in poi, non è una vita facile, non è neppure felice, né tantomento gloriosa: è la vita di un riformatore prudente, calunniato e temuto come tiranno capriccioso e sanguinario. Attorno a lui si muovono le ambizioni sfrenate delle sue donne, come Messalina, la giovanissima e sfrenatamente ambiziosa moglie, o Agrippina, che, forse, fu responsabile della sua morte prematura.

Il divo Claudio di Robert Graves (Claudius the God and his Wife Messalina, 1997)

Traduzione Carlo Coardi, Corbaccio, collana Narratori Corbaccio, pagg. 383, euro 19,60

ISBN 978-88-6380-059-3