La primavera è cominciata e, in questo mese d'aprile, passata da poco la Pasqua siamo lieti di ospitare nel nostro salotto letterario una coppia inedita, alla loro prima volta editoriale sia come singoli, sia come duo. Stiamo parlando di Nicolò Angileri e Raffaella Catalano e del volume Angeli e orchi (libri/9546), edito dalla Dario Flaccovio. Questa chiacchierata, perciò, sarà una chiacchierata a due voci, in cui mi piacerebbe far emergere gli aspetti salienti dell’opera, passando da quelli più strettamente letterari a quelli più legati alla realtà e agli argomenti trattati. Angeli e orchi è, infatti, un libro molto particolare, che affronta con naturalezza e onestà un tema purtroppo sempre attuale e terribile: la pedofilia. Proprio per questo la seconda metà dell'intervista coinvolgerà una scuola media della provincia di Milano, che porrà a Nicolò alcune domande nate da un lavoro didattico sul tema.

A questo punto, però, poniamo termine all'introduzione ed entriamo nel vivo. Per prima cosa, grazie mille per aver accettato di essere miei ospiti nel mio salotto letterario virtuale. Mettetevi comodi e chiacchieriamo un po'.

N e R: Grazie per averci invitato e per l'ospitalità.

Cerchiamo di andare con ordine, anche se i temi sono tanti e l'entusiasmo anche. Nicolò, come tu stesso dichiari, il libro nasce da una tua esigenza personale di "esternare" in un qualche modo le tue esperienze lavorative.

N: Esatto! Il libro nasce da un malessere interiore che non riuscivo più a contenere. Era diventato insostenibile convivere con il marcio e l'orrore che accumulavo dentro ogni giorno, senza rendere partecipe nessuno dei miei disagi. Li nascondevo anche alla mia famiglia, anzi soprattutto a loro. Così i miei sfoghi sono finiti su dei fogli di carta, alleviando le mie difficoltà.

Le storie raccontate nel volume sono quindi tutte vere?

N: Purtroppo sì. Sarebbe stato bello se queste vicende non fossero mai accadute, invece siamo qui a parlarne. Alcune tristissime storie di vita quotidiana, senza aggiungere effetti speciali o espedienti letterari per sconvolgere il lettore, ma la nuda e cruda verità.

Questa in realtà credo che sia la vera forza di Angeli e orchi, cioè il fatto che con semplicità e onestà, racconti quella che è la brutalità della realtà, senza doverti inventare nulla.

N: Ripeto, purtroppo non è stato inventato nulla. Sarebbe stato bello se alla fine di ogni storia avessimo potuto scrivere: "Ragazzi, abbiamo scherzato'. Purtroppo, questo spaccato della nostra società contemporanea è tutto maledettamente vero.

Quale è stato il passo che il manoscritto ha dovuto fare per poter diventare un libro?

N: In effetti un po' di strada l'ha dovuta fare prima di diventare appunto Angeli e orchi. All'inizio i miei erano dei semplici appunti, poi pian piano sono diventati sempre più corposi. E' stato così che, senza nemmeno rendermene conto, i miei sfoghi su carta hanno cominciato ad assumere le sembianze di vere storie, ma narrate a un amico… di carta.

R: Ogni manoscritto che entra in casa editrice deve quasi sempre subire una "toelettatura" per diventare un libro. Nel caso di Angeli e orchi il contenuto c'era tutto, la passione di Nicolò anche. Mancava una struttura, l'articolazione delle storie insomma, e c'era bisogno di una "pettinata" allo stile narrativo, dato che Nicolò di mestiere fa il poliziotto, non lo scrittore. Ma anche gli scrittori professionisti, come è noto, hanno comunque bisogno di un editing.

In questo, immagino, il contributo di Raffaella sia stato importante. Come vi siete conosciuti e come è stato lavorare insieme?

N: Direi determinante. Forse senza di lei oggi staresti intervistando qualcun altro. Comunque piace pensare che l'incontro con Raffaella non sia stato casuale, ma che un angelo di nome Salvo, travestito da amico in comune, ci abbia fatti incontrare per realizzare questo bellissimo progetto.

R: Nel libro racconto come ho conosciuto Nicolò - cioè tramite un amico comune, un mio collega giornalista – e qual è stata la mia prima impressione: quella di avere di fronte un duro da film. Ma è bastato poco per scoprire la sua grande umanità e la sua dedizione al lavoro, caratteristiche che mi hanno convinta subito a lavorare con lui.

E' stato difficile trovare un equilibrio tra le vostre "personalità letterarie" o una ferrea divisione dei ruoli vi ha permesso di collaborare facilmente?

N: Sinceramente non ricordo affatto momenti di difficoltà nel lavorare con Raffaella, anzi la sua personalità e la sua professionalità mi hanno aiutato moltissimo, rendendo tutto più facile.

R: La nostra è stata una collaborazione serena e costruttiva, perché ognuno di noi ha speso la propria professionalità al servizio del libro, senza sostituirsi all'altro – cosa che, peraltro, sarebbe stata francamente difficile per entrambi - ma interagendo in modo fruttuoso.

Siete soddisfatti del risultato?

N: Come potrei non esserlo? La cosa più bella più bella che ho avuto da questa esperienza sono stati i complimenti sinceri da parte di tante persone che non avevo mai conosciuto prima, che hanno letto il libro e che mi hanno ringraziato per tutto quello che faccio ogni giorno. Naturalmente incoraggiandomi a non arrendermi mai.

R: Io sì. Sia per aver guidato Nicolò verso una casa editrice che gli offrisse la possibilità di una pubblicazione, sia perché credo che le storie che lui ha vissuto per lavoro e che sono raccontate in Angeli e orchi siano un utile strumento di prevenzione. Soprattutto perché il libro è utilizzato a fini didattici in alcune scuole elementari e medie, e quindi l'allerta contro i pedofili arriva ai bambini, la categoria a rischio.

Quello che più di ogni altra cosa mi ha colpito del libro è il suo riuscire a essere a "dimensione bambino" pur parlando di pedofilia, che è quanto di più lontano ci possa essere dal mondo dell'infanzia.

N: Sì, è vero. Il fenomeno della pedofilia, pur riguardando i bambini, si tende a celarlo, camuffando ogni tipo di informazione per non traumatizzare il minore, cosa che secondo me è sbagliata. Io credo che se ne debba parlare, con i giusti termini, con le dovute precauzioni, ma se ne dovrebbe discutere, soprattutto a scuola. Infatti questo libro, con un linguaggio semplice e trasparente, vuole essere uno strumento di informazione, soprattutto per i ragazzi.

R: Il libro comunica volutamente in modo semplice, diretto e mai morboso. Per questo, sebbene affronti un argomento ostico, che per tanti è ancora un tabù, può essere letto dai bambini come dagli adulti.

Angeli e orchi: un titolo non casuale e dalle molteplici interpretazioni. Gli "angeli" sono i bambini, così come gli angeli custodi e coloro che li difendono. Gli "orchi" sono quelli delle fiabe, così come coloro che rubano l'infanzia…

N: Non solo l'infanzia. Questi mostri, con le loro deplorevoli azioni, alle loro vittime strappano anche la dignità, la certezza, il sentirsi bambini che per ogni essere umano è quanto di più sacro e puro esista nella nostra vita. A volte, invece, gli orchi si spingono oltre, ai bambini rubano anche l'anima, portandosela dietro, nei loro inferni… per sempre.

Nicolò tu dichiari diverse volte, anche nel libro, di credere agli angeli. Sono quasi un'ancora di salvezza per sopravvivere nella brutalità delle vicende che affronti?

N: Nel mio caso specifico sì. Comunque, a prescindere dal mio lavoro, io agli angeli ci credo davvero, oramai fanno parte della mia vita, del mio quotidiano da quasi quarant'anni.

E tu Raffaella credi agli angeli? E ci credevi prima di conoscere Nicolò?

R: La fede è un argomento molto personale, che tengo per me. Quello che posso dire in questa sede è che ho incontrato alcuni angeli sulla terra e li identifico in chi si occupa degli altri, della comunità, dei più deboli, delle categorie a rischio, del prossimo in generale, senza risparmiarsi né stare a guardare l'orologio per controllare se il tempo è scaduto. Questo vale sia nell'ambito di una qualsiasi professione, sia nella vita privata, e si chiama disponibilità. In questo senso, per fortuna, alcuni angeli li ho incontrati. Ma non sono mai abbastanza.

Definite con 3 aggettivi Angeli e orchi.

N: Solamente tre? Ok. Sconvolgente, emozionante, ma anche incoraggiante.

R: Diretto, vero, costruttivo.

Sul finire di questa prima parte, prima di lasciare la parola ai ragazzi della scuola media, mi piacerebbe sapere se avete progetti futuri di scrittura, da singoli e insieme.

N: Chissà… Per scaramanzia è meglio non dire nulla. Comunque mi piacerebbe un giorno condividere qualche altro progetto con Raffaella. Certo è che ognuno di noi deve avere dei progetti, delle mete da raggiungere, altrimenti…

R: Per quanto mi riguarda, a giugno pubblicherò con Giacomo Cacciatore e Gery Palazzotto il romanzo Salina, la sabbia che resta (Dario Flaccovio), una storia che è nata come un divertissement, scritta durante una vacanza nell'isola delle Eolie che dà il titolo al libro. Tutt'altro genere, rispetto a Angeli e orchi, perché è una vicenda leggera, ma ricca di ironia e con molte sfumature: il delitto, l'amore, il sesso, il potere mediatico, la vita isolana che in inverno diventa isolata, e tanto altro. Riguardo alla non-fiction, ho collaborato con I.M.D., un poliziotto della Catturandi di Palermo, alla stesura del suo libro 100% sbirro.