Questa volta ci siamo fatti attendere, ma proprio per questo per il mese di dicembre abbiamo pensato a un appuntamento del tutto particolare. Cosa c'è di meglio, infatti, di una passeggiata per le vie di una Milano reale e immaginaria, insieme a Stefano Cafaggi, autore di Senza Ritorno [libri/10502]? Una Milano per noi addobbata per Natale, che è teatro delle avventure di XN, il protagonista. Così abbiamo deciso di ripercorrere i luoghi del romanzo, in modo che questa intervista sia al tempo stesso una gita e si snodi da sola tra vie e piazze, tra fantasia e realtà.

Il nostro tour parte dalla zona di Città Studi, dove è situata la casa di XN. E' da qui che prende le mosse la vicenda. Che ne dici Stefano di creare una sorta di "trailer" del romanzo, partendo proprio da qui?

XN è un uomo chiuso nel suo mondo di disperazione, ricordi, una vita infranta. Incapace di reagire a se stesso. Aggrappato alla bottiglia è costretto ad abbandonare il divano perché si ritrova imputato di un delitto. XN tenta di indagare per scagionarsi da solo, l'indagine è zoppicante, è un pellegrinaggio nei meandri di una città che credeva di conoscere, è un percorso verso la vita, verso la salvezza. In fondo c’è sempre qualcosa di meglio che morire.

Il percorso per arrivare in piazza Meda è piuttosto breve e così raggiungiamo un altro luogo fondamentale per la vicenda: la casa della vittima. Questo ci permette quindi di introdurre un altro argomento: il genere. Come definisci il tuo romanzo e perché hai deciso di cimentarti, per la tua opera d'esordio, proprio con questo genere?

Direi aspira al noir, cioè un romanzo mainstream con un assassinio e un'indagine. In Senza Ritorno ho tentato di giocare più sugli elementi secondari. Non credo che questo romanzo sia interessante per gli aspetti polizieschi. Ho scelto questo genere perché essendo molto codificato offre maggiori possibilità di essere più irriverenti verso il genere stesso. Ovviamente c'è anche la passione per l'hard boiled alla Chandler, Hammet e noir più moderni e cupi alla David Peace, anche in questo caso Senza Ritorno gioca più sugli aspetti umoristici del noir che non sulla meccanica degli eventi. E' un racconto di continue deviazioni e digressioni sul tema, il nodo centrale non è "chi ha fatto cosa", ma cosa farà XN per salvare se stesso dall'autodistruzione. Di come XN troverà il coraggio di varacare la sogli di casa per esplorare l'ignoto, spingendosi oltre le solite due strade che segnano la via crucis delle sue disgrazie.

Da qui raggiungiamo in metropolitana via Vittor Pisani. Per XN è una via molto triste, legata al suo passato tragico. Cosa ci racconti di XN? Chi è? Lui stesso si definisce un uomo "solo"…

"uomo solo" è riduttivo, XN è impegnato nell'autocommiserazione, lui si definisce "solo" in realtà, all'inizio, è più che altro un uomo noioso chiuso nel suo mondo. Grazie alla pseudo indagine che svolge scopre che il mondo non è così male, che non è così solo e che ha più amici, cane compreso, di quanto pensasse. Ha una visione distorta della realtà, solo affrontando la città e le persone che la popolano trova la giusta prospettiva sulla vita, la vittima di Senza Ritorno è l'inizio della vita di XN.

A questo punto è venuto il momento di prendere la macchina e di spostarci fuori Milano. Per la nostra serata, infatti, abbiamo deciso di fare una salto al Crazy Chaval a Dalmine (BG). In meno di un'oretta siamo a destinazione. Qui XN incontra un altro personaggio chiave dei romanzi gialli: il commissario. In Senza Ritorno, però, la polizia ha un ruolo particolare, non centrale nella vicenda. Questa scelta rientra nel fatto che comunque il tuo non è un "giallo classico"?

Come in ogni giallo che si rispetti esiste un "investigatore" che procede con metodo nelle indiagini, in Senza Ritorno, è un personaggio secondario. XN non scopre molto sul delitto, quasi nulla. L'indagine reale è affidata a un tenente dei carabinieri, di quest'indagine nel romanzo non se ne parla quasi mai, perché è focalizzato sulla visione di XN che poliziotto non è. L'esigenza narrativa non era nel costruire una trama a incastro perfetta, quella è scontata, il tentativo è stato quello di costruire un'indagine raffazzonata di un uomo qualunque che si trova coinvolto in qualcosa di cui gli sfuggono i contorni esatti, i meccanismi e le procedure. L'uomo smarrito è straniato rispetto alla vicenda stessa che sta vivendo. Il poliziotto usa XN per risolvere il caso, e non il contrario, le maldestre indagini del protagonista sono spesso pilotate esternamente dall'investigatore reale.

Al nostro ritorno ci concediamo un giro rapido in alcuni punti della città: Brara, il Piccolo Teatro, l'Arena e Scalo Farini (soprannominato Negrolandia). Questo mi spinge a riflettere sulla tua Milano, quella che troviamo in Senza Ritorno: una Milano reale, ma reinventata, una Milano a cavallo tra finzione e realtà.

Uno dei vantaggi dei romanzi è che possiamo ricostruire il mondo come ci piacerebbe che fosse: migliore o peggiore. Da un punto di vista narrativo, non ha nessuna importanza se i luoghi descritti esistano veramente, se siano esattamente come sono presentati. Ciò che importa è che il lettore vada avanti a leggere: rida, pianga, si arrabbi ma che si nutra della storia che gli viene creata sotto gli occhi, riga dopo riga. Se uno poi vuole la realtà a tutti costi e sufficiente che apra la finestra di casa e respiri lo smog.

Ci concediamo un attimo di pausa tra le vetrine di Corso Torino. Ne approfitto per farti qualche domanda lampo: indica tre aggettivi con cui definiresti il tuo romanzo.

Iconoclasta, grottesco, serissimo.

Quale è la sua colonna sonora?

XN avrebbe scelto tristi cantautori italiani, ma la storia lo affligge con musica heavy metal.

Prova a inventare uno slogan per Senza Ritorno.

E' una città di perdenti e sono qui per spingervi a diventare dei vincitori.

Va beh è una pedestre traduzione di un verso di Bruce Springsteen.

Perché leggere Senza Ritorno?

Perché così io divento ricco e famoso.

Ora che ci siamo anche concessi un po' di shopping possiamo proseguire spediti verso Via XXIV Maggio, dove XN incontro Laura. In questa parte del romanzo vedo per XN una sorta di nuova occasione, uno spiraglio di speranza. Alla fine: non tutto è perduto?

C'è sempre una seconda possibilità, forse una terza, per tutti. Nel caso di XN le donne rappresentano presenze materialmente angeliche. Sono l'elmento di salvezza, la ragione d'esistenza, il conforto e la disperazione. Per dirla con John Lennon: love is the answer. Laura.

Dirigendoci verso via Flemming, sede dello studio dell'avvocato Abbagnato, cominciamo a introdurre l'argomento pubblicazione. Quando hai capito che il tuo manoscritto avrebbe potuto essere pubblicato?

Quando ho obbligato amici e parenti a leggerlo e hanno dato un riscontro positivo, lo trovavano divertente e originale, a quel punto ho pensato che forse si poteva anche tentare di farlo diventare un libro vero e proprio. Non so se ho amici e parenti molto spiritosi oppure il libro valga veramente qualcosa, ormai è fatta.

Così come le Colonne di San Lorenzo (che tu posizioni sul naviglio) sono un luogo topico per il percorso di XN che arriva qui ad avere un indicazione sul giallo, per te la svolta sarà arrivata con l'accettazione del tuo lavoro da parte di una casa editrice. Come sei arrivato alla pubblicazione? Sei soddisfatto?

Esistono scrittori soddisfatti? Ho messo il manoscritto in una busta, ho passato un anno e mezzo a leggere lettere di rifiuto. Ho speso un capitale in francobolli e fotocopie. Per le fotocopie mi sono rivolto a un'associazione di diversamente abili (normalmente li chiamo in altro modo ma fa brutto in un'intervista), hanno fatto un ottimo lavoro, tranne che mancavano un paio di pagine, qualche editore se ne è accorto, ma ciò non ha impedito che il libro fosse letto. La cosa sorprendente è che gli editori, tutti o quasi, leggono veramente i manoscritti, le scelte finali poi sono metafisiche.

E mentre passeggiamo tra San Vittore e la Biblioteca Sormani e ci avviamo verso la fine di questa intervista, ti sottopongo qualche "aut aut": Giallo o noir?

Noir, il giallo è troppo difficile per le mie capacità. Il giallo richiede logica ferrea, sopporta poco le digressioni, richiede personaggi più schematici. Il noir invece è più sfumato, consente di concentrarsi di più sul contorno alla trama.

Sherlock Holmes o Philip Marlowe?

Marlowe. Holmes è troppo "primo della classe". Marlowe è il cavaliere solitario, l'uomo sbagliato nel posto giusto, è un duro romantico, illuso che possa esserci giustizia in un mondo ingiusto. E' un uomo che sbaglia, un santo peccatore. Elementare no?

Centro o periferia?

Perifericamente al centro, come si diceva sopra, la topografia è un'illusione mentale, un personaggio di Don De Lillo in Underworld riesce a dimostrare l'inesistenza della Groenlandia, io posso tentare di non preoccuparmi dei problemi antropologici tra centri e periferie.

Ed eccoci, infine, giunti in via Dante, verso la Brianza, dove si svolge poi la conclusione del romanzo. Noi ci salutiamo qui, Stefano, e, nel ringraziarti per la disponibilità, chiudiamo con la più classica delle domande: progetti?

Fare il pompiere o l'astronauta. Ma poiché sono troppo vecchio, temo ripiegherò su un altro romanzo, tra l'altro scrivere è meno pericoloso che fare il pompiere, meno impegnativo dell'astronauta. Sono indeciso tra scrivere un romanzo "normale" o un sequel di XN. I sequel sono sempre un problema, bisogna scrivere lo stesso libro identico ma diverso. Il secondo capitolo canonicamente prevede la discesa nel "lato oscuro" del protagonista, ma XN ha un lato oscuro? Forse su un campo da bocce.