E’ spiacevole dover affermare che una scrittrice come Kathy Reichs possa essere annoverata nell’elenco degli autori americani ampiamente sottovalutati nel nostro Paese.

Perché, se mettessimo a confronto le opere di quest’ultima con quelle della ben più celebrata Patricia Cornwell, noteremmo come la differenza qualitativa sia minima, se non a favore della Reichs.

A dimostrazione di ciò, vi consiglio caldamente di leggere Corpi Freddi, opera prima della sopraccitata e trascurata autrice, scritta nell’ormai lontano 1997.

Il libro vede il debutto di Temperance Brennan, antropologa forense presso il Laboratoire de Médecine Légale di Montreal, alle prese con un caso intricato che, oltre a privarla della prospettiva di un tranquillo finesettimana, le strapperà via anche la credibilità agli occhi dei suo colleghi.

Perché quando Tempe si convince che il cadavere decapitato scoperto in un terreno appartenente alla chiesa è solo l’ultimo di una serie di terrificanti delitti, la polizia, con in testa l’antipatico Luc Claudel, non le crederà e la costringerà a svolgere delle indagini autonomamente.

Il romanzo è un thriller appassionante che non ha (fortunatamente) tra le sue caratteristiche l’oramai fastidioso gusto splatter che contraddistingue il made in U.S.A.

Può vantare, però, un ritmo assai elevato che invoglia il lettore a leggere il finale prima possibile, a differenza di certi libri che, complici un inizio lento ed un prosieguo noioso e banale, rimangono sul nostro comodino a prendere polvere per parecchie settimane (vedi, guarda caso, il recente A rischio di Patricia Cornwell).

Punto di forza di Corpi Freddi è, al contrario di quello che si possa pensare, la narrazione in prima persona della protagonista: coinvolgente e che, senza dubbio, rende il personaggio  più verosimile e vicino al lettore, con le sue paure, i suoi timori ed i suoi sentimenti più celati.

Kathy Reichs esordisce con un romanzo che, seppur non rientri tra i must di questo genere, rappresenta un’ottima prova che non ha nulla da invidiare ai migliori esordi di altri autori: dal Postmortem della Cornwell (non temete, non ho motivo d’odiarla!) a, e qui faccio un azzardo che spero non mi costerà la malevolenza di nessuno di voi, Il collezionista di ossa di Jeffery Deaver.

Mi sono esposto troppo?