Leggere Casinò Royale è, in un certo senso, quasi come leggere un romanzo incentrato sul suo autore. Non perché Ian Fleming abbia compiuto davvero le eccitanti imprese narrate nel suo libro, ma poiché il personaggio da lui creato, quel James Bond che sarebbe poi divenuto incredibilmente popolare, aveva molte caratteristiche in comune con il suo ideatore.

Il celebre scrittore inglese, infatti, aveva cercato con ogni probabilità di ritrarre proprio sé stesso, magari apportando qualche modifica qua e là.

Aveva dato vita ad un personaggio bello ed attraente, proprio come lo era stato lui da giovane, elegante ma al contempo sportivo, altra peculiarità che i due condividevano, ed anche virile e spesso brutale, e siamo certi che Fleming non passasse le giornate dedicandosi al punto-croce.

E, soprattutto, l’agente segreto al servizio di Sua Maestà è un uomo che vive in un ambiente sofisticato e chic e che ama circondarsi di donne.

Mai una simile quantità di somiglianze ha accomunato uno scrittore con la sua creatura.

Se a tutto ciò aggiungiamo anche che lo stesso autore ha lavorato per la Naval Intelligence durante la Grande Guerra, il gioco è fatto.

A Fleming era bastato, perciò, descrivere se stesso e, magari, enfatizzare qualche particolare o qualche abitudine, per ottenere un personaggio incisivo.

Con la sua marcata personalità, quest’ultimo era in grado di reggere sulle proprie spalle una spy-story che prevedesse un temibile criminale, un potenziale pericolo che coinvolgesse l’intera umanità e, naturalmente, una problematica relazione sentimentale con un’affascinante donna.

Tre ingredienti fondamentali che hanno indubbiamente contribuito al successo della serie di 007.

In questo romanzo, il cattivo di turno è il gangster Le Chiffre, personaggio fortemente caratterizzato e dai connotati inquietanti.

Com’è prassi per le storie appartenenti a questo genere e a questo periodo, la probabile minaccia viene dall’Est ed Oriente, allora, voleva solamente dire comunismo. Proprio come oggi Medio - oriente è sinonimo di terrorismo.

E, come da copione, vi è anche la donna con la sua seducente presenza, le sue inaspettate abilità e, immancabilmente, i suoi inconfessabili segreti che spesso hanno un caro prezzo.

Se pensate che il vero James Bond sia quello proiettato al cinema, vi sbagliate: le sensazioni che l’opera prima di Ian Fleming riesce a dare non sono solo intellettive, come accade in molti romanzi, ma anche sensorialmente fisiche, tanto da trasmettere odori, sapori e suoni, cosa che la visione del solo film preclude.

Leggere Casinò Royale equivale a tuffarsi in un mondo descritto in maniera tanto articolata da sembrare reale, caratteristica che solo l’elegante e scorrevole scrittura dell’autore britannico riesce a riprodurre, tracciando con la sua vecchia Imperial portatile un ambiente inconfondibile ma irrimediabilmente passato.