È uscito nel mese di dicembre 2008 per la toscana Laurum Editrice Delitti raccontati due volte, un libro che raccoglie due romanzi brevi degli scrittori fiorentini Mario Spezi e Franco Valleri.

Queste composizioni, che miscelano contraffazioni di trame di opere famose, remake narrativi e pastiche di generi diversi, si ispirano l’una al racconto La finestra sul cortile di William Irish, uno dei numerosi pseudonimi del romanziere americano Cornell Woolrich, da cui è stato tratto l’omonimo film di Alfred Hitchcock del 1954, l’altra al romanzo Il lungo addio di Raymond Chandler.

Nella prima storia, La webcam sulla strada, un interessante esperimento di Mario Spezi, l’autore prende in prestito il testo del racconto del 1952 di Woolrich modificandolo quel tanto che basta per raccontare quello che, nel ventunesimo secolo, un giornalista fiorentino, inchiodato in una stanza per la frattura di una gamba, osserva tramite una webcam in una casa di Praga.

L’opera ricalca, con minime variazioni nel testo, la traduzione del racconto di Hilia Brinis pubblicata dalla "Rivista di Ellery Queen"-Giallo Mondadori nel 1971.

Le conclusioni a cui giunge Spezi sono però molto diverse rispetto a quelle di Woolrich e del tutto inaspettate per il lettore.

Il secondo racconto lungo dal titolo Paolo Giunti e il lungo addio, come si percepisce già dal titolo, vede l’ombra di Raymond Chandler aleggiare sopra i personaggi e l’universo narrativo di Franco Valleri.

Lo scrittore fiorentino infatti, prende spunto dalla trama del romanzo Il lungo addio per delineare l’amicizia tra il giornalista di nera Paolo Giunti, protagonista delle vicende narrate, e un partigiano, che poi diventerà un dirigente di spicco del PCI, sullo sfondo di un assassinio nella Firenze del 1948, l'anno dell'attentato a Togliatti, trasportando le suggestioni e le atmosfere dell’opera chandleriana in un tempo e in un contesto diversi da quello originario dando così luogo ad una sorta di pastiche storico – poliziesco.

Il risultato è indubbiamente originale, e il divertimento, esaltato da un’adeguata dose di suspance, è assicurato.

Aggiungono valore a questo libro, già di per se molto bello, una prefazione di uno scrittore di grosso calibro come Nino Filastò che, con considerazioni sullo stato dell’arte della barzelletta, rimanda al tono ironico e scanzonato che si ritroverà nei testi dei due autori e l’illustrazione di copertina realizzata da un Mario Spezi che si rivela ancora una volta un valente disegnatore e un bravo grafico.

Alla luce di quanto scritto quindi possiamo affermare, senza paura di smentite, che la lettura di questo romanzo sia un must oltre che per gli appassionati di buona letteratura poliziesca anche per chi da un libro si aspetta qualche ora di piacevole intrattenimento.