Non c'è nulla di male nell'ammetterlo: fa piacere vedere un ragazzo che si conosce e che si è visto muovere i primi passi letterari, trasformarsi in autore e raggiungere così il suo primo traguardo editoriale.

Stiamo parlando di Renzo Saffi, che dal mese di ottobre è presente in libreria con il suo romanzo d'esordio Bambole perdute.

Ancora una volta la Dario Flaccovio editore ha deciso di puntare su un esordiente, investendo energie e risorse su quest'opera.

E i lettori ringraziano.

Bambole perdute, infatti, rappresenta un valido esempio di letteratura del nostro tempo, una nuova voce nel panorama italiano.

Oliviero Ferretti è un operaio, lavora in uno stabilimento siderurgico a Dalmine e trascorre le sue giornate una uguale all'altra, diviso tra la fabbrica e la famiglia. Ha una moglie e un figlio, ma soffre di alessitimia, una malattia che porta all'incapacità di provare emozioni.

Finchè un giorno incontra Ivana, segretaria del reparto contabilità e, complice un filtro d'more, perde la testa per lei.

Non serve anticipare qui altro della trama del romanzo, che è un'opera scura che si snoda tra le pieghe dell'animo umano, nella discesa senza ritorno nell'esistenza di Oliviero, che sarà sconvolta e imprigionata dal legame con Ivana.

Accanto a questa trama principale l'autore affronta diverse tematiche, prima fra tutte quella, sempre troppo attuale, delle condizioni del lavoro in fabbrica, con un taglio asciutto, realistico e duro.

Gli elementi misteriosi e magici, come il filtro d'amore, si affiancano e mescolano alla realtà quotidiana, diventandone parte integrante, metafora di tanti aspetti inspiegabili dell'esistenza.

Nel complesso Bambole perdute è un'opera onesta, pulita e rappresenta un buon punto di partenza per questo giovane autore. Quello che è fondamentale è che Renzo Saffi sappia a questo punto andare oltre, rimettendosi in gioco e superandosi con i prossimi romanzi.