L’è propi lü mi viene da dire alla piemunteisa, Renzo Paris, l’autore di Frecce avvelenate, Cani sciolti, Cattivi soggetti e Ultimi dispacci della notte, la voce di una generazione ancora viva e vegeta, che lievita con tante cose da raccontarci.

L’è propi lü e si presenta con questo libro La banda Apollinaire pubblicato da un editore di grande qualità come Hacca, dopo aver ripetuto la felice esperienza con il medesimo editore di La vita personale, libro che mette a gambe all’aria un intero universo, quasi mezzo secolo di poesia italiana attraverso la storia dei suoi protagonisti.

Amico di grandi autori come Pasolini, Bellezza e Moravia, Paris non rinuncia a presentarci un lavoro che fa della parola l’essenza della poesia.

Ecco, ci prestiamo all’ascolto perché questo è un libro da ascoltare come un verso, come una limpida voce dell’anima.

La banda Apollinaire racconta la vita del celebre poeta francese con tutta una generazione di artisti, da Pablo Picasso a Max Jacob, fino ai giovanissimi Breton e Cocteau.

Una vita avventurosa, piena di fascino, al limite della legalità sociale e letteraria, in cui Apollinaire non lascia mai la scena del protagonista, dall’infanzia romana alla Parigi della Bella Epoque, dove è pronto a declamare le sue poesie con successo nelle affollate sere della rivista “La Plume”.

Difficile conciliare la vita di poeta con quella legata alla sopravvivenza. Per guadagnarsi da vivere diventa giornalista e inizia a frequentare il Bateu Lavoir, un ritrovo dove si incontravano Picasso e i suoi amici per conversare di arte, ma anche per abbandonarsi al vizio e alla trasgressione facendo abuso di oppio e mescalina.

E non solo. Anche la fase in cui il poeta si innamora di Annie Playden che sarà la fonte ispiratrice di versi immortali e canti disperati è di intenso lirismo. Che dire poi degli amici? Picasso chiamato in suo soccorso quando il poeta si trova in carcere e Jakob che si è visto scippare l’aureola di primo dei poeti dell’Esprit Nouveau.

Grande affabulatore Guillarme Apollinaire, uomo di ingegno, intelligente, vivace, pronto, a volte spregiudicato, uomo di smisurata energia spirituale, con un carisma invidiabile, vive nelle pagine di Renzo Paris una seconda vita.

Paris percorre, passo dopo passo, il cammino del poeta quasi come una sorta di identità personale. È un doppio in cui si specchia la doppia identità della poesia.

Tutto questo traspare nel libro, con l’ergersi della parola poetica scarnificata nella sua vera essenza cruda e bruta, a volte graffiante, a volte malinconica, come un battito cardiaco ad alta frequenza, offerto da un padre che possiamo definire dell’autofiction.