Con l'ispettore Vandam e l'ispettore Ross…

Oggi facciamo un bel tuffo a ritroso nel tempo. Più precisamente al 1923, quando uscì The Groote Park Murder di Freeman Wills Crofts, riproposto lodevolmente quest'anno da Odissea Mystery con il titolo La tela del ragno.

Manca ancora un anno alla nascita del più noto ispettore French di Scotland Yard che si oppone a tutta la serie di segugi genialoidi del tempo e si presenta come l'esponente della cosiddetta tendenza realistica nata all'interno del romanzo poliziesco. Qui abbiamo, invece, l'ispettore Vandam, coadiuvato dal sergente Clark, che lavora (udite, udite) nella città di Middeldorp nel Sudafrica e che anticipa alcuni aspetti della personalità e del modo di operare del più famoso French.

Primo spunto: amabile nel rapporto con gli altri il che "lo rendeva l'idolo dei suoi subalterni". Ciò non lo esime dal fare subito una lavata di capo al sergente "Impari a non trarre facili conclusioni" per non avere esaminato accuratamente gli elementi del caso. Secondo spunto: osservatore attento e minuzioso, lavoratore instancabile "Quando Vandam era sulla pista di un caso nuovo non aveva più riposo: per lui non esistevano più né notte né giorno, viveva in un continuo stato di eccitamento". Si accontenta anche di un panino imbottito. Coscienzioso all'eccesso interroga anche quelli che non ci sono, tanto per fare una battuta. Ragiona, riflette e rimugina sui fatti in continuazione cambiando opportunamente le sue valutazioni se arrivano gli imprevisti (e non sono pochi).

Del tutto simile, quanto a solerzia e meticolosità, l'ispettore Ross di Edimburgo, protagonista della seconda parte delle indagini che si svolgeranno in Scozia.

In breve: omicidio che sembra un suicidio, possibile assassino fuggito, un sacchetto di sabbia, un martello, una signorina-fidanzata attratta dai diamanti, lettere su lettere, calligrafie falsificate, travestimento, orari di tutti i tipi che saltano fuori ad ogni piè sospinto, un bello spaccato sul processo in Inghilterra, un inabissarsi nella mente degli ispettori con il colpo finale a sorpresa.

Anche lo stile si adegua ai due personaggi e viceversa. Niente voli spettacolari e sobbalzi di sorta ma un continuo, lento ed incessante descrivere ed accumulare particolare su particolare. Una prosa, praticamente una cronaca, che può apparire grigia al primo impatto ma che poi sorprende per la sua capacità di entrare nel profondo delle cose. Ti intriga, ti avvolge e ti cattura. Come la tela del ragno.