Quante volte hanno dato per morto e sepolto il mito di 007?

Senza dubbio più di quante i suoi nemici della fantasia hanno cercato di ucciderlo.

E, con un altro volto e una nuova grinta più “nera” James Bond 007 riemerge dalle ceneri. In questi giorni esce  Quantum Of Solace, ventiduesimo episodio della serie solo vagamente ispirato (nel titolo...) a Un quantum di sicurezza, racconto inserito nella raccolta Solo peri tuoi occhi, che in Italia non è stata ristampata da nessuno benché sia fuori mercato da molti anni.

Non mancano però libri su James Bond e persino di Ian  Fleming.

Sicuramente il personaggio è ancora in grado di mobilitare l’interesse del pubblico.

E noi che scriviamo di spionaggio e, in un certo senso siamo figli di Fleming, almeno per ispirazione iniziale. Non possiamo che esserne contenti.

Il Bond di Craig è quello che personalmente avrei sempre voluto vedere. Aderente nello spirito se non nel fisico all’eroe dei romanzi, è cupo, tormentato e solo( con un bel parallelismo il regista  Marc Forster ambienta il finale del film nel deserto di Atacama, una delle località più disperatamente desolate del pianeta). Politicamente scorretto, attaccato ai suoi piaceri in maniera quasi autodistruttiva rispetto ai gaudenti Moore e Brosnan che l’hanno preceduto, Daniel Craig vive un’avventura tutta ritmo ma anche indagine, senza sprecare un istante. Il montaggio delle scene d’azione rimanda a Jason Bourne ma Craig ha una faccia decisamente più in parte di Matt Damon che rimane sempre un ragazzone.

Che senso ha entusiasmarsi per 007, oggi? La spy-story (anche italiana…) non è morta, ma il mondo è cambiato. O forse no? Non è sempre stato così, pieno di inganni,di doppi giochi, di trappole cosparse di miele, di ferocia? Oggi non c’è più il miliardario che vuol conquistare il mondo ma organizzazioni senza nome. Che vendono il terrore assieme al petrolio, le azioni e le armi, la droga e un’ideologia solo di facciata. Il succo di Quantum of Solace (secondo episodio di una trilogia per chi fa attenzione ai dettagli… la storia è tutt’altro che conclusa) sta nei dialoghi tra Craig e Giancarlo Giannini e in quell’immagine con cui Mathis si accomiata dal pubblico, disperata e nera. E gli appassionati rispondono a questi nuovi stimoli con entusiasmo. Io per primo.

Tra i vari libri in circolazione legati a Bond Alacràn ha ripubblicato integralmente  Il traffico di diamanti, saggioscritto alla fine degli anni 50 da Fleming su un vero agente. Un reportage che si legge come una delle migliori spy-story e che servì come documentazione per una cascata di diamanti.

Quando  Andrea Carlo Cappi mi chiese di scrivere un breve articolo per parlare del contrabbando di diamanti dagli anni 60 sino a oggi, mi è venuto naturale portare in scena il mio personaggio di maggior successo, Il Professionista, in un racconto dove, facendo il verso allo stesso Fleming e un po’ al Quantum of Solace letterario, Chance Renard non spara neanche un colpo.

Seduto sulla terrazza di un celebre albergo di Amsterdam intervista un’affascinante mulatta che sul traffico dei migliori amici delle donne ne sa parecchio. Un onore per me e, spero, un divertimento per i lettori.

Ma Alacràn festeggia il nuovo Bond con un’edizione di lusso Mito Bond, volume dedicato al cinema più recente di 007 (un secondo volume Vintage è previsto a breve). Tutto illustrato, il libro ci introduce in maniera agile a tutti i retroscena degli ultimi film con foto, articoli, pezzi di raccordo e bravi saggi di autori noti come Raymond Benson (autore dei migliori apocrifi del personaggio), Joseph Konrath (autore di  Bloody Mary e Whisky Sour) e di Dario Geraci, giovane ma informatissimo esperto di cinema di genere italiano che qui ci parla dei famosi  Jamesbondoni made in Italy. Tutto cucinato con sapiente mano grafica da Daniela Basilico che monta immagini, poster e foto con il testo regalandoci un piccolo gioiello.

Ma non finisce qui. M, rivista del Mistero esce con il suo “ultimo”(per ora) numero dedicando la cover proprio a 007 e l’interno a una serie di articoli e racconti sullo spionaggio. M, come molte riviste cartacee, sta valutando la strategia migliore per sopravvivere in un momento economico difficile. Lo fa con piglio ed energia. E non fosse per questo merita di essere sostenuta.