Torna Sylvester Stallone, anzi non fa altro che tornare…

Ritorna dal Vietnam e se ne ritrova uno simile in patria (Rambo). Ritorna ancora, ma stavolta dalla patria in Vietnam (Rambo 2). Ritorna dal Paradiso per correggere l’Inferno (Cobra). Ritorna dal fuori ring nel ring, avanti e indietro (tutti i Rocky, fino all’ultimo Rocky Balboa, forse, anzi senza forse, il migliore insieme al primo). Ritorna dalla pianura alle vette (Cliffhanger). Ritorna dal soprappeso (Copland), alla perfetta forma fisica. Ritorna dall’ibernazione (Demolition Man) al normale metabolismo. Ritorna da Las Vegas a Seattle (La vendetta di Carter). Ritorna dalla guida placida all’adrenalina della Formula Indy-Cart (Driver). Ritorna dall’inferno dell’alcolismo alla sobrietà (D-Tox).

Stavolta ritorna al personaggio che assieme a quello di Rocky gli ha consegnato fama imperitura (e stando alle interviste non sarà l’ultima volta di Rambo…).

Stavolta torna per fare quello che sa fare meglio, salvare chi è in difficoltà magari soltanto per rifiutare il tragico “vivere per niente” a favore del “morire per qualcosa” (battuta chiave del film che Rambo rivolge al gruppo di mercenari impegnati con lui a liberare un gruppo di religiosi finiti prigionieri dell’esercito birmano).

Come film John Rambo non lo si può liquidare in quattro e quattrotto, se non altro perché mai si era vista una tale ferocia nella messa in scena. In breve: stavolta Stallone, sua la regia, non spara per uccidere ma spara per cancellare dalla faccia della terra (è sufficiente vedere i buchi enormi che le pallottole lasciano nelle carni quando come un ossesso Rambo s’impadronisce di una mitragliatrice e fa strage di nemici…). Stavolta non si batte contro qualcosa che appartiene al passato (il Vietnam), stavolta se la prende col regime birmano, la madre di tutti i regimi attuali.

Siamo d’accordo, magari la faccenda sa un po’ di ricattatorio e magari il messaggio è anche pericoloso, però è chiaro che Stallone ci crede fino in fondo (che le armi possano cambiare il mondo…) e questo francamente è spiazzante perché Rambo, al di là di tutto, è ancora un loser (anche se vincente…) e il prezzo che paga lo sa soltanto lui…