Il piatto, così come era stato presentato, sembrava ricco, la voglia di ficcarcisi forte. Sarebbe stato meglio non farlo, rimanendo magari fuori del cinema (a contare le macchine…?), e rispondere a chi chiedeva notizie “No, non l’abbiamo ancora visto…”, lasciando al tempo stesso capire “…e chissà se lo faremo mai”.

Ma siccome sappiamo resistere a “…tutto tranne che alle tentazioni” (O. Wilde docet…), ci siamo ficcati….

Punto forte di questo I mercenari, per la regia di Sylvester Stallone, avrebbe dovuto essere la compresenza, con qualche defezione “appena” (insomma, giacché si trattava di Van Damme e Steven Seagal) di tutti gli interpreti del genere action, più o meno celebri, sulla piazza (Austin, Coltre, Dolph Lundgren, Jet Li, Sylvester Stallone, Jason Statham, Crews, Rourke, Bruce Willis). Già il cast “stellare” avrebbe dovuto insospettire, visto che con tanta carne al fuoco la prima difficoltà è decidere “chi fa cosa” (e contro chi…).

Per fortuna, si fa per dire, che in cabina di regia c’è Stallone, che come sistema le cose lui nessuno. Avanti a colpi di ascia senza troppo pensare: Willis, (in chiesa, come Chow Yun Fat in The Killer…), il mandante, e come tale dà gli ordini ai mercenari del titolo e si toglie di mezzo, così come Schwarzenegger (stessa chiesa), il tempo di due battute due con Sly e via (“Punta alla presidenza” dice Sly, mentre l’ex Terminator esce avvolto da una luce soffusa…). Lundgren, non pervenuto (è strafatto, quindi dà fuori di testa e sta più disteso che in piedi…). Mickey Rourke ha appeso i fucili al chiodo e tra un senso di colpa e l’altro (per chi non è riuscito a salvare…) fa i tatuaggi. Austin (viene dal mondo del wrestling) sta coi cattivi. Stallone tira la carretta insieme a Statham. Tirano, al minimo sindacale, pure Jet Li, Couture, e Crews, tanto non ce n’è per nessuno.

La montagna partorisce un topaccio. Non che Stallone non ci provi a fare dell’ironia, elemento che avrebbe giovato al film, solo che non gli riesce. Si procede a vista tra muscoli pompati appiccicati a facce oramai smottate e che tracimano rughe nonostante il botox, dittature sudamericane eterodirette (dal fratello della Roberts), fanciulla da salvare, un body-count stratosferico, e un’estetica tale e quale a quella dell’ultimo Rambo (che tra l’altro non era da buttare come questo…), spattler al massimo grado.

Dietro il tutto. Va detto, si scorge il nulla.