Leggere La donna che parlava con i morti è un’esperienza simile a una seduta di psicanalisi dove il transfert non si completa fino in fondo, ma lascia ancora un po’ di spazio allo sconosciuto, all’ignoto.

E’ in quello spazio che cerco di incunearmi per parlare di questo libro di Remo Bassini, scrittore giunto alla sua quarta opera narrativa e che ci porta a riflettere, calandoci nell’inquietudine.

L’inquietudine è il punto di partenza. Ci confrontiamo con un mondo complesso, difficile, un mondo dove tutto viene calpestato: dai sentimenti agli affetti, un mondo bastardo e vigliacco, senza pudore.

E’ un ruolo difficile quello dello scrittore quando deve fare i conti con questa amara realtà, perché si trova a dover affrontare una scelta che si paga a caro prezzo, sulla propria pelle se necessario.

Ecco allora una scrittura brutale e incisiva, profonda, comunque vera, dalla parte di chi soffre.

Ho letto con piacevole curiosità anche i romanzi precedenti di Remo. Ha ragione Marco Travaglio quando dice che nessuno come Bassini riesce a rappresentare così bene la provincia italiana, con le sue perfidie, i suoi rancori, le sue contraddizioni, i suoi aneddoti meschinamente borghesi.

Soltanto chi vive in provincia ne coglie prontamente gli aspetti più sconvolgenti, chi non ci vive ne resta sconvolto, preoccupato.

La mentalità piccolo borghese è veramente un cancro e ha condannato la nostra generazione, senza risparmiare quelle successive. Bassini è il cantore di questo malessere e lo fa attraverso una solida scrittura, fuori dei generi, che nella sua semplicità ed essenzialità tocca le corde del nostro vivere comune.

Questa tensione narrativa esplode in La donna che parlava con i morti. Già il titolo ci fa lungamente riflettere sul grande tema dell’inquietudine.

C’è Anna Antichi, giovane commessa figlia dell’anarchico Leone, donna piena di difetti e di affetto, a tratti delicata e ritratta, c’è Marta, la donna che parlava con i morti, protagonista che anima la scena.

Anna lavora in una libreria, ma vorrebbe fare l’investigatrice privata e si trova costretta a dar luce al suo sogno quando affronta la triste scoperta della scomparsa del suo fidanzato, Fabrizio, in circostanze misteriose.

Marta, la donna che parla con i morti, è la causa innocente della scomparsa di Fabrizio e qui non voglio raccontare oltre per non togliere il piacere della lettura, perché il romanzo è bello, un romanzo che ha tutti gli ingredienti del noir e racconta di vite mancate, sbagliate, fallite, con personaggi proiettatati nel futuro con grandi ambizioni, sogni nel cassetto, aspirazioni.

Così è per i quattro personaggi che daranno appuntamento alla morte e ad Anna. Uno riuscirà diventare scrittore, uno poliziotto, uno giornalista e aspirante scrittore e infine uno sprofonderà nelle strade della camorra. Tutti, attraverso un collegamento ad internet, ritroveranno un legame con il loro passato e con Anna.

Questo, per dirla in breve, è un libro che rappresenta il genere umano messo a nudo, scavato nelle viscere più profonde, un libro che non è solo una lettura, è un’analisi rigorosa e tenace della nostra società malata.