Quello appena pubblicato da Stephen King non è un romanzo qualsiasi, ma la prova di un ragazzone che ha appena superato i venticinque anni e vive in una roulotte, tenendo sulle ginocchia una macchina per scrivere. Blaze, 1973, è uno dei libri scritti da Richard Bachman, alter ego letterario del genio di Bangor: genio, perchè converrete con me che vendere centinaia di milioni di copie e produrre comunque libri di cui un autore non deve vergognarsi sia il sogno di tutti gli scribacchini del globo. Ho appena finito di leggere questo lavoro, e ho pensato a una canzone del 1981, Witch Hunt dei Rush. Una canzone che parla di caccia alle streghe, al diverso. Della caccia ai Blaze che popolano questo nostro mondo che ama chi si conforma alla massa, e odia chi cerca di distinguersi da essa.

La canzone parla anche di chi si arroga il diritto di decidere per noi: mentre leggevo, pensavo ai genitori del piccolo rapito (nessuna rivelazione, si sa da subito che è una storia di rapimenti e che difficilmente andrà a finire bene), a quello che avrebbero detto nel vedere le forze dell'ordine usare le armi con troppa disinvoltura. C'è troppa gente pronta a prendere le nostre difese per il proprio tornaconto, gente guidata dalle proprie paure e pregiudizi, gente talvolta più pericolosa dei criminali che abbiamo intorno. In quel mondo, che il King del 2007 nella prefazione indica come "qualche decennio fa" ma che non è cambiato così tanto, siamo tutti in fuga da qualcosa: se riusciremo a tenere vivo dentro di noi lo spirito da bambino meravigliato del protagonista di questo libro, forse ce la faremo.

Quanto al giudizio letterario, King è riuscito a sistemare un manoscritto "preistorico" senza che la cosa si noti troppo: è una storia che può sembrare già letta, ma probabilmente quando fu scritta era meno permeata dalla sensazione di deja vu (ho pensato a vari personaggi di libri che ho letto, da Deaver a Preston). Una storia semplice eppure kinghiana, rivestita di quelle briciole narrative che portano il lettore fuori dal sentiero.

Buon viaggio, in mezzo alla neve del Maine...