Sabato 24 Marzo: la marcia di avvicinamento a questa data è stata lunga. Ricordo di aver scoperto sul sito di Jeffery Deaver che l'autore americano sarebbe stato a Roma per partecipare al convegno The Only Thing We Have to Fear is Fear Itself: Etica ed Estetica della Paura nel Thriller Contemporaneo, organizzato dal Centro Studi Americani.

Bastano pochi minuti per scoprire che ci sarà anche Giorgio Faletti: non posso mancare.

Aspetto la fatidica data, dopo aver rischiato di non poter essere presente causa impegni pregressi, e vado all'appuntamento con alcuni dei miei scrittori preferiti: ai due si è aggiunto Corrado Augias, che ho conosciuto dal vivo nella libreria Mondadori dove aveva presentato I segreti di Roma quasi 18 mesi fa.

A svolgere il ruolo di moderatore c'è Valerio Massimo De Angelis, docente di lingue e letterature moderne all'Università degli Studi di Macerata, mentre a fare gli onori di casa c'è Karim Mezran, il direttore del Centro Studi.

Mi sono portato la macchina digitale per immortalare questi momenti: non ho fatto i conti con il soffitto troppo alto che rende difficile ascoltare quello che i protagonisti dicono, però ho messo i filmati su YouTube (link a pie' pagina), sono sicuro che molti lettori li apprezzeranno.

Non ho preso appunti, quindi procederò per brevi flash.

De Angelis apre i lavori con una lunga e interessante presentazione dei tre ospiti: Augias è trattenuto dal tentacolare traffico romano, mentre Deaver e Faletti sono arrivati in grande anticipo ma sono ovviamente scomparsi dietro le quinte subito dopo.

La sala è quasi piena, ben oltre 150 persone.

E' Faletti a rompere il ghiaccio, dicendo che alla fine potremo fare le nostre domande, e pregando le signore in sala di non chiedere il suo numero di telefono... anche perché all'uscita troveranno delle schede contenenti quel numero e altre informazioni!

Deaver si è fatto crescere la barba, rispetto alla sua precedente calata su Roma. Quando De Angelis ha descritto il suo Lincoln Rhyme come un afroamericano si è limitato a un'alzata di sopracciglia, quindi ha intrattenuto la sala raccontando come gli sia venuto in mente di usare un detective tetraplegico come protagonista. Ha detto anche che non ha messo e non metterà scene di violenza sui bambini nei suoi libri: l'ho apprezzato molto per questa affermazione.

Jeffrey deaver e Giorgio Faletti
Jeffrey deaver e Giorgio Faletti
In questo mondo frenetico dove non sembrano esistere limiti, anche in queste piccole annotazioni si capisce la statura umana di Jeff: una persona davvero speciale, pronta a dedicare tempo e attenzione a tutti.

Giorgio Faletti ha raccontato ad Augias di come abbia usato il suo libro sui segreti di New York per la documentazione di Niente di vero tranne gli occhi, e ha rivelato al pubblico il proprio approccio rispetto al parere dei critici: è curioso di sapere quale messaggio dicono abbia voluto veicolare con i suoi libri, a volte lo scopre solo a posteriori!

Racconta le sue esperienze americane nella terra dei pellerossa: un gruppo di investitori privati voleva costruire una stazione sciistica su una delle loro montagne sacre, un po' come costruirne una sul Cupolone.

Dice che il thriller ha assonanza con la comicità: in entrambi i casi devi inventare una storia e poi darle una chiave di lettura, che faccia paura oppure faccia ridere.

Dice di temere l'emulazione, per questo a volte descrive scene difficili da mettere in pratica... e infine svela qualcosa sul proprio futuro: sta lavorando su materiale che non ha strettamente a che fare col thriller, anche se non chiarisce se sarà il prossimo progetto oppure qualcosa di più lontano.

Last but not least, Corrado Augias: eccezionale divulgatore, forse secondo solo a Piero Angela. Racconta qualcosa dell'Inchiesta su Gesù, qualcosa dei Segreti, qualcosa del suo lavoro a Repubblica, che lo trascina via prima della conclusione. Pur con la stima che provo per Deaver e Faletti, forse il "vincitore morale" è stato proprio Augias: un gentiluomo d'altri tempi, che affabula il pubblico come un vecchio capo indiano davanti al fuoco...

Concludendo, un'esperienza davvero notevole: mi sono iscritto alla newsletter del Centro Studi, spero organizzino presto qualcosa di altrettanto interessante!