Jimmy è un giovane minorenne della campagna veneta. Vive di piccoli crimini ma il suo grande sogno è una rapina in banca. Viene però arrestato per una rapina fallita a una banca. Dopo un periodo al carcere minorile Jimmy viene affidato alla comunità di Don Ettore Cannavera. A Jimmy sembra una soluzione ideale: potrà escogitare la fuga e realizzare il suo sogno, la rapina alla banca. Mentre elabora il piano viene in contatto con degli operatori volontari, di qualche anno più vecchi di lui, che a poco a poco lo porteranno a seguire un percorso di autocoscienza e crescita che metterà in crisi la sua mentalità malavitosa.

La vita è dura. Soprattutto se sei un ragazzino, e non hai voglia di studiare o lavorare sodo. Guardi al futuro e cosa vedi? Un lavoro che odi, forse in fabbrica, che ti ruba più di metà della giornata e quasi tutta la salute, una banca che ti succhierà anche l'anima accendendoti un mutuo per uno sputo d'appartamento, una vita di sacrifici e rinunce uguale a mille altre vite. Nessuna gloria. Nessun brivido d'eccitazione. Una vita maledettamente normale… È questo ciò che vede Jimmy, il giovanissimo protagonista di questo romanzo breve. È questo ciò che fa più paura a Jimmy. Una vita normale, come quella dei suoi genitori. Ma lui non vuole una vita normale. Lui è un duro, ha le palle, è molto giovane ma ha la stoffa del criminale, non vede l'ora di potersi vantare come i vecchi criminali che ascolta parlare al bar. Jimmy vuole tutto e subito. Un colpo solo. Un maledettissimo colpo che dia una sterzata alla sua vita. Iniziare alla grande, iniziare con un bel colpo in banca. Iniziare con una dura.

È giovane Jimmy, ma è furbo. A furia di ascoltare quei vecchi criminali, ha imparato a pensare come loro. Così organizza un piano perfetto. Non c'è da sbagliare. L'unica difficoltà sarà decidere come spendere quel mucchio di soldi. Ma qualcosa va storto. Qualcuno parla e Jimmy si ritrova le mitragliette dei Carabinieri a sorridergli. 

È un duro Jimmy e si rifiuta di parlare con sbirri, assistenti sociali e giudici. Lui si comporta da gangster e il magistrato lo tratta da gangster. Nessuna agevolazione, nessuno sconto di pena, lo manda di filato al carcere minorile. Qui Jimmy scoprirà che il minorile non è molto diverso dalla galera vera. Anche in quell'istituto ci sono delle regole tra detenuti, così come ci sono le diverse fazioni, le guerre tra bande, la droga che circola, e ragazzi che come belve si gettano sui più deboli per sbranarli senza pietà. È solo, Jimmy. È in un ambiente ostile. È l'ultimo arrivato e deve mostrare i pugni se vuole farsi rispettare, ma così facendo, si metterà in guai ancora più grossi e capirà che la vita del gangster non è poi così semplice…

Jimmy della collina è stato scritto per una collana rivolta ai giovani, ragazzi dell'età di Jimmy, dai dodici ai diciassette anni.  Eppure, la storia di Jimmy dovrebbero leggerla anche gli adulti, per capire. Per capire cosa prova un ragazzino di fronte alla vita. Per capire le tentazioni, per capire la voglia di emergere senza faticare, per capire che uno può sì sbagliare, ma può anche cambiare.

Col suo stile secco e graffiante, Massimo Carlotto ci porta dentro la mente di un giovane che vede nel crimine la strada perfetta per arricchirsi e diventare qualcuno. Lo scrittore svela ai lettori una realtà difficile, raramente trattata, quella del carcere minorile e della criminalità minorile. Lo fa con perfetta conoscenza dell'argomento, e con il suo ritmo incessante, che ti trascina fino all'ultima pagina. Carlotto, con questo breve ma intenso romanzo, grida che c'è sempre una possibilità di riscatto. Basta solo avere il coraggio di perdonare e cambiare. Un passo dietro l'altro, un giorno dopo l'altro, perché siamo uomini non divinità. Tutti possiamo sbagliare.