Strano ma vero. Verrebbe subito da pensare che ormai tutti - proprio tutti - hanno un romanzo nel cassetto e che se si è famosi... che sono più quelli che scrivono di quelli che leggono...

Doppia, immediata e doverosa autosmentita: Hugh Laurie ha proposto agli editori  il manoscritto del Venditore di armi sotto pseudonimo, sperando in un giudizio sincero, non influenzato dalla sua notorietà di attore. E poi, bé, il romanzo è best seller nel Regno Unito e negli USA, segno evidente che di lettori in giro ce n'è (E in Italia?, potrebbe chiedere qualcuno, ma questo è un altro discorso. Meglio lasciare perdere. NdA).

Jacopo De Michelis (editor Marsilio) ci anticipa un po' di trama: "Thomas Lang è un ex poliziotto diventato mercenario. Senza un soldo e cronicamente single, non ha niente da perdere tranne il cuore e la sua Kawasaki ZZR 1100. Ma ha ancora dei principi, così quando gli offrono centomila dollari per assassinare un industriale americano rifiuta sdegnato e decide invece di avvertirlo del pericolo che corre. Una buona azione che si rivela una pessima mossa: da quel momento Lang viene risucchiato in un vortice di menzogne, corruzione e violenza. Costretto a spaccare teste con una statuetta di Budda, a vedersela con miliardari malvagi, a mettere la sua vita nelle mani di una serie di femmes assai fatales, districandosi tra il governo inglese, agenti della CIA, aspiranti terroristi e trafficanti d’armi, cercherà di salvare la donna di cui si è innamorato e di evitare un bagno di sangue su vasta scala."

Insomma, Laurie come uno Ian Fleming in salsa comica, tanto da far scrivere al Daily Telegraph che "Thomas Lang è un James Bond dei nostri giorni, con gli stessi ingredienti ma aggiornati, e con battute molto più spiritose."

E questo non stupisce, considerando i trascorsi comici dell'attore inglese. E allora si intrufola nei nostri cervelli una sola parola: parodia. Quanto il romanzo ha del thriller vero e proprio e quanto del divertente sberleffo?

Le parole dello stesso autore ci aiutano a capire:

"Il tipo di thriller che amavo da bambino, e che ancora mi piacciono, per lo più non contenevano molte battute di spirito… avevano storie dannatamente buone, con cose che esplodevano, inseguimenti in auto, belle donne da conquistare, roba del genere, ma non molte battute. E io volevo tipo fondere davvero insieme le due cose."

"So che volevo che il libro fosse una specie di parodia, con una trama serrata e divertente… Volevo scrivere un vero thriller, e che la storia fosse incentrata su un tema importante, perché sentivo che le battute sarebbero risultate migliori se fossero state su argomenti seri."

Parodia o thriller, quindi? Sì e no. O tutti e due.

A questo punto una domanda in differita e di lubranesca memoria (poiché nasce spontanea) al Dr. House la possiamo fare pure noi:

Perché si è messo a scrivere un romanzo? 

Ho tenuto un diario per qualche tempo, e quando l’ho riletto sono rimasto scioccato dalla sua monotonia: niente cene con re o presidenti, nessuna montagna scalata, nessun cartello della droga sgominato, niente lotte con animali selvaggi, nessun gol segnato contro il Brasile nella finale del Campionato del mondo, nemmeno una tortura subita per estorcermi informazioni vitali. Così ho deciso di inventarmi una vita. Volevo semplicemente immaginare una grande avventura.

E ancora un'altra, una naturale curiosità a cui il nostro ha già (forse telepaticamente?) risposto:

Meglio fare lo scrittore o l'attore?

Preferisco di gran lunga lo scrivere al recitare, perché si può farlo mollemente sdraiati su un divano, invece che correndo su e giù per una scala 14 volte. Ma io sono una persona molto frivola e sono semplicemente attratto dall’idea di starmene lì seduto in modo molto bloomsburiano.

Risposta che darebbe valore alla teoria mai dimenticata secondo la quale gli artisti, e gli scrittori più di tutti, siano degli inguaribili fancazzisti.

E non finisce qui.

Hugh Laurie ha già scritto una sceneggiatura per portare sul grande

schermo Il venditore di armi, che la United Artists ha già in cantiere. Il film dovrebbe essere prodotto da John Malkovich, ma pare che la lavorazione abbia subito una battuta d’arresto dopo l’11 settembre, che comprensibilmente ha bloccato o ritardato l’uscita di molti film incentrati sul tema del terrorismo. Sembra pure che Laurie voglia interpretare il ruolo del protagonista, cosa che ci fa pensare:

Scrittore o attore? No e sì. O tutti e due.