Il crimine è un impiego da professionisti. E ogni caso ha le sue spine. Come un porcospino.

E che cosa di meglio, per avvicinarsi senza “pungersi”, della classe e dell’humor di un giovane Lord, dandy per vocazione e detective per passione? Stiamo parlando di Lord Peter Winsey, secondogenito del Duca di Denver, una laurea a Oxford e la passione per la bibliofilia, la criminologia, la musica e il cricket. Il personaggio, nato dalla fantasia di Dorothy Leigh Sayers (1893-1957) negli anni ’20, e protagonista del romanzo Lord Peter Winsey e il mistero del Bellona Club, è un tipo curioso, elegante, vistoso all’occorrenza, con l’inconfondibile bastone da passeggio con il regolo inciso, la lente e la polvere per le impronte digitali al seguito. E che non dà nulla per scontato. Come quando, ospite dell’esclusivo club londinese “Bellona”, è testimone del rinvenimento di un morto: il novantenne Generale Fentiman, ancora seduto in una poltrona stile vittoriano, davanti al caminetto. La figura immobile, la mascella e il collo rigidi come il legno, la gamba sinistra che oscilla liberamente dal ginocchio in giù. In incipiente stato di rigor mortis. L’indagine trascina Lord Winsey lungo un sentiero di circostanze imprevedibili: come la scoperta del decesso, quasi simultaneo, dell’anziana sorella del Generale, a pochi isolati dal Club, e di una eredità cospicua da spartirsi fra gli eredi, a seconda di chi dei due fratelli fosse scomparso per primo.

Lord Winsey e il mistero del Bellona Club è un romanzo che merita di essere scoperto (o riscoperto) e letto: perché, insieme con Agatha Christie, Dorothy Leigh Sayers è stata una maestra del giallo classico del primo Novecento. Elegante nella scrittura, raffinata nel ritmo, acuta nel creare situazioni e sciogliere intrecci che ancor oggi possono affascinare il lettore (e distoglierlo dal vortice rumoroso di certa produzione di intrattenimento consumistico). Lord Peter Winsey, l’aristocratico detective, protagonista di 14 tra romanzi e racconti, è stato un personaggio apprezzato al punto che la “comunità” di studiosi e appassionati, fondò, nel 1976, la Dorothy Sayers’ Society: una rete per celebrare le ricorrenze legate alla vita della scrittrice e alle avventure del suo “investigatore nobile”.