Terminata la saga-fiume della Torre Nera, Stephen King con questo romanzo torna a forme di thriller più tradizionali. La storia ha uno spunto quantomeno originale: un misterioso impulso neurale viene trasmesso in contemporanea a ogni cellulare sul pianeta. Tutti gli esseri umani che in quel momento hanno un telefonino all'orecchio si ritrovano il cervello "resettato" e impazziscono. Delle loro vite precedenti non restano che gli istinti ferini più basilari, cosa che trasforma ben presto il mondo in un posto violento e assai pericoloso. C'è qualche somiglianza con le varie pellicole di zombi e morti viventi, ma con una sostanziale differenza per i sopravvissuti al cataclisma: i "resettati" non sono semplici belve dall'aspetto umano. Ben presto infatti apparirà chiaro che c'è qualcosa di più subdolo all'opera, che li radunerà in stormi umani in grado di esprimere un'intelligenza collettiva sinistra e decisamente inumana...

Cell, pur partendo da una premessa da apocalisse planetaria, decide di concentrarsi esclusivamente su una scala di narrazione intimista. Il romanzo segue infatti le sorti di un piccolo pugno di sopravvissuti, con in testa un uomo assolutamente normale come Clayton Riddell. Clay non è interessato a salvare il pianeta o a capire la causa dell'Impulso, le cui vere ragioni (attacco terrorista? hacker? esperimento militare fallito?) resteranno oscure. La molla che spinge Clay all'azione è la protezione delle persone che si sono associate a lui nel tentativo di ricostruire le proprie vite, e soprattutto la ricerca disperata del figlio. Un taglio molto particolare per questa storia, dunque, che però King fa funzionare egregiamente, concentrandosi su particolari apparentemente tangenziali rispetto allo scenario apocalittico che fa da sfondo.

Un romanzo da cui non mancano riflessioni sulla nuova "umanità 2.0" perennemente connessa a se stessa, sui suoi (falsi) miti e sulla possibilità o meno di far convivere forme diverse di intendere la vita; ma anche un thriller appassionante e immaginifico, vibrante di tensione. Unico appunto che si può muovere al romanzo è un finale non all'altezza dell'impianto precedente, che invece meriterebbe almeno una stelletta in più. I fan del "re del brivido" non resteranno comunque delusi.