In questo periodo storico e in questo Paese in cui mai come ora sembra scomparso l'interesse per la lettura, chi mai avrà il coraggio di puntare su autori sconosciuti? L'ho chiesto ad Antonella Andreta, che cura la ZenZero Editore ed ha avuto la folle idea di pubblicare un libro firmato dal più sconosciuto degli autori: Lucius Etruscus.

Si può essere tanto arditi da rendere cartacee le avventure dell'investigatore Marlowe (non quel Marlowe), nate in digitale nel 2010 su ThrillerMagazine.it? Evidentemente sì. Scopriamo cosa pensa un'editrice coraggiosa in questa Italia di non lettori.

Inizio con una domanda "leggera": cosa spinge una persona sana di mente ad aprire una casa editrice in un Paese allergico alla lettura come l'Italia?

Questo dovresti chiederlo ad una persona sana di mente. Per i folli è sempre facile buttarsi da un precipizio… comunque gli italiani non sono tutti allergici alla lettura, ci sono molti lettori straordinari con le idee chiare e molto da dire. Se posso approfittare dell’occasione per fare un po’ di pubblicità, li invito tutti a proporci degli articoli per il nostro Magazine.

Tornando alla domanda, ho fatto due conti: se è vero che i lettori “forti” (cioè quelli che leggono almeno un libro al mese) rappresentano il 14% della popolazione italiana, facendo i conti stiamo sempre parlando di otto milioni di persone. Non sono poche, il problema piuttosto è che viviamo in un’epoca mediatica nella quale l’aggregazione è strumento per costruirsi la propria identità. Il lettore “vero”, tuttavia, è un solitario. Ha un’identità già molto forte e non si aggrega, per questo è difficile trovarlo ed è altrettanto difficile che lui trovi un buon libro che non sia un classico. Perché nessuno dei due riceve visibilità dal sistema.

In TV ci dicono che la piccola impresa è il fulcro dell'economia italiana, quindi immagino che tu abbia usufruito di agevolazioni e facilitazioni burocratiche nel varare la casa editrice, no?

In TV dicono la verità: ho usufruito dell’aiuto del piccolo studio del mio commercialista che mi ha indicato una forma aziendale snella e con costi sostenibili. Usufruisco delle facilitazioni di una tipografia moderna che stampa libri di ottima qualità ad un costo accessibile senza pretendere una tiratura di diecimila copie. Ho l’aiuto e il sostegno di autori di talento che mi permettono di azzerare i costi della correzione di bozze e di piccoli professionisti che collaborano in modo etico. Quindi, se vogliamo considerare ZenZero parte dell’economia italiana, di sicuro sono le piccole attività ad aiutarla.

Una domanda nello stile degli intellettuali famosi: ZenZero… perché questo nome?

ZenZero perché è un nome speziato, che solo a sentirlo ti fa pizzicare il naso. ZenZero perché è l’unione dello Zen e dello Zero, entrambi punti di slancio. Senza pretesa di discutere di concetti che non fanno parte della cultura occidentale, intendo lo Zen come contemporaneità, “qui ed ora”, e lo Zero come il momento attuale di qualcosa che inizia.

Se stai per chiedermi cosa inizia, ebbene ho già pronta la risposta: un modo dimenticato di concepire l’editoria, la letteratura e un diverso ruolo dello scrittore; un modello etico di partecipazione, dove scrittori, autori e lettori condividono lo stesso spazio, quello della letteratura appunto, che è l’insieme di scrittura e lettura.

Qual è lo stile della casa: vagliare i manoscritti che arrivano o andare a cercare e scegliere gli autori? O un mix dei due?

Se ripenso a come siamo arrivati alla pubblicazione di Marlowe, dirò che quello che preferisco è andare a caccia di autori di talento. Se ripenso al “corteggiamento letterario” messo in atto con l’autore di Marlowe – che era tutto meno che disposto a lasciarsi pubblicare – ancora rivivo i brividi di quando mi ha concesso i suoi libri in pubblicazione. Mi piace credere che l’abbia fatto perché ha percepito il mio bisogno assoluto di rendere accessibili ai lettori i suoi racconti, come se io avessi l’urgenza di lasciare una traccia tangibile di Marlowe nel timore che cadesse nell’oblio. Non potevo pensare che non avrebbe mai avuto una forma solida, cartacea, che dovesse restare un eBook a vita.

Non ho nulla contro gli eBook, che trovo eccezionali – e infatti a breve saranno pronti per i nostri libri – ma penso sempre che se ci fosse un black out dovuto ai flair solari sarebbe un dramma accedere a Google Libri, Amazon o ricaricare un eBook reader. Una bella candela, i racconti di Marlowe e persino l’oscurità sarebbe più sopportabile.

Una delle prime scelte della ZenZero è stata quantomeno ardita: presentare il primo volume delle indagini di Marlowe, non "quel" Marlowe, nato sulle pagine digitali di ThrillerMagazine. Come ti è venuta l'idea di prenderti "in casa" un personaggio del genere?

Perché è straordinario, Marlowe. E magari ce l’avessi in casa… le mie giornate sarebbero migliori! E ad ogni modo è Marlowe che ha preso me…

Di certo Marlowe nasce dalla penna di un genio, e non lo dico tanto per dire, per adulare l’autore o per dovere di editore, anche perché non sono la sola a dirlo: chiunque abbia letto i racconti di Marlowe non ha avuto che parole molto positive, pronunciate sempre con quel mezzo sorriso sulle labbra di chi sta ricordando qualcosa di piacevole. Apparentemente, in effetti, Marlowe fa proprio questo, fa sorridere e mette buonumore.

Però la piacevolezza della lettura non deve indurre a banalizzare il personaggio come fosse una sorta di grottesca parodia del pulp. Il merito dell’autore è quello di aver svecchiato gli stereotipi dell’hard boiled senza snaturarli, bensì applicandoli in modo geniale ad un ambito delittuoso diverso da quello classico. In Marlowe avvengono dei fatti criminosi che non siamo abituati a considerare tali – perché chi mai considera il plagio un delitto, o peggio pensa che possa condurre all’omicidio? O che si sia disposti a morire per diventare un autore – defunto – di best seller?

Di conseguenza, l’investigatore resta il classico cinico, sarcastico e quasi sempre integerrimo. Ma poiché il nostro Marlowe è un lettore accanito e colto, deve per forza essere dotato di ironia, e coglierà in fallo il colpevole con le citazioni argute e lo colpirà con un libro ben assestato. Se c’è da ridere è solo per il lessico divertente e pungente e per il grottesco delle situazioni, non certo per i drammi personali e letterari che sottostanno alla narrazione. Perché in realtà, dopo aver riso, dovremmo riflettere che ciò che muove la brama di potere e fama di autori ed editori non è che una trasposizione dell’istinto criminale in ambito letterario. Siamo abituati a considerare moralmente sanzionabili solo i comportamenti che ledono un interesse economico o l'integrità fisica, ma in realtà la radice del male è la stessa.

Potremmo stare ore a parlare di Marlowe, ma ricordiamo gli altri titoli che hai presentato questa estate, come "6 – Personaggi in cerca d'altrove" di Sabrina Bartolozzi: cosa puoi dirci di questo testo?

Ebbene sì, potrei parlare ore ed ore di Marlowe perché ciò che mi spinge a farlo non è la promozione di un libro da vendere quanto l’entusiasmo di averlo letto. Quindi bisogna fermarmi prima che mi metta a raccontare trame o citare battute.

Vero, quest’estate abbiamo presentato i primi tre titoli, e due sono in programma per l’autunno. Approfitto per spiegare che l’obiettivo è non più di cinque titoli l’anno. Pubblichiamo poco perché per fare un lavoro ben fatto ci vuole tempo e perché a pubblicare tanto già ci pensano gli altri editori; da quando ho scoperto che si pubblicano 60.000 titoli nuovi l’anno mi terrorizza il pensiero che per leggerli tutti dovrei leggere 5.000 libri al mese, 164 al giorno o 7 ogni ora. Mi rifiuto di incrementare questo numero, anche perché non avrei il tempo materiale per farlo.

Tornando alla domanda, 6 – Personaggi in cerca d'altrove è il romanzo di una giovane brillante autrice al suo esordio. Racconta la vicenda di un autore timido e in crisi creativa che non riesce ad affrontare le vicende dei suoi personaggi e a condurre il suo libro all’epilogo. Non posso svelare di più, ma posso dire che tutto il romanzo ha un’atmosfera surreale che oltre ad essere molto divertente aiuta a guardare le cose da una prospettiva del tutto nuova. L’autrice ha una personalità e una vitalità che impressionano, ama le lettere e le citazioni, che – ovviamente – propone rivisitandole a modo suo perché è bravissima a giocare con le parole.

E "Tango irregolare" di Stefano Medaglia.

Tango irregolare è qualcosa che definirei molto vicino ad un “classico” della letteratura. È il libro universale e senza tempo, quello che può essere letto oggi e domani, da nord a sud, da est ad ovest perché racconta un elemento comune all’umanità: la pienezza del sentimento, che sia felicità o dolore. Ora non pensate a un romanzo d’amore o a un tomo filosofico sul perché si soffre, Tango irregolare racconta la storia di un viaggio e attraverso questo descrive un percorso interiore che va dal dolore al coraggio, e che può essere modulato da ogni lettore in base alla propria esperienza. Se il lettore ama il linguaggio descrittivo, accurato e di registro alto, riuscirà a vivere la trama come se vedesse un film, sentendo i profumi e cogliendo ogni sfumatura di colore.

I tuoi titoli li vediamo anche nei grandi e-store della Rete, a cui magari siamo già iscritti perché siamo già clienti: ci conviene acquistarli lì o è più veloce farlo dal sito ufficiale di ZenZero?

Con questa storia che siete già iscritti e siete già clienti… ma come devo dirvelo che l’abitudine rende vecchi e appanna le facoltà mentali?

Scherzi a parte, purtroppo tra le tante cose che un editore può riuscire a fare sicuramente non c’è la capacità di non comparire sugli store online. Appena si ufficializza un libro e quindi gli si assegna un ISBN, il titolo finisce nel catalogo pubblico dei libri. Gli algoritmi dei siti interessati vanno a pescare lì i nuovi titoli in tempo reale, e finisce che mentre l’editore è lì ad aspettare il pacco di libri proveniente dalla tipografia, il titolo è già disponibile sullo store online e per di più a prezzo scontato. Ad insaputa dell’editore, ovviamente, che ha un attacco di nervi ogni volta. A voi piacerebbe che qualcuno vi vendesse i mobili di casa senza nemmeno avvisarvi, per di più ad un prezzo scontato?

Per rispondere alla tua domanda, sul sito si può acquistare con PayPal o con carta di credito come sugli store online, l’unica differenza è che non essendo già clienti dovete inserire nome cognome e indirizzo almeno la prima volta, del resto come avete fatto la prima volta sullo store online. L’altra differenza è che a noi dei vostri dati personali non importa nulla, li chiediamo solo per inviarvi il libro e non li vendiamo a nessuno; non vi profiliamo per sapere cosa leggete e a che ora, non vi scriviamo a meno che voi non lo vogliate. L’unico rischio che correte è che sia l’autore a scrivervi, è spiegato nel documento sulla privacy e vi rimando lì per qualunque curiosità in proposito.

Magari chi ci sta leggendo ha nel cassetto un romanzo che vorrebbe pubblicare, un capolavoro in attesa di essere scoperto – tipo "Le mani di Madian", giusto per fare un titolo – come deve fare? Può contattarti per proportelo?

L’autore de Le mani di Madian, dici? Puoi dirgli che ho già pronto il contratto per la pubblicazione nella prossima primavera. Se è nelle vicinanze, puoi chiedergli di passare a firmarlo prima della fine dell’intervista? Non vorrei che ci ripensasse…

Prima ho volutamente sorvolato sulla domanda spiegando quanta soddisfazione vi sia nel corteggiare un autore ed ottenere il suo lavoro in pubblicazione e senza nulla dire dell’ipotesi in cui sia l’autore a volerci contattare. L’argomento è un po’ delicato, in effetti; un autore interessato a una pubblicazione deve sapere innanzitutto che ZenZero non è una casa editrice a pagamento, quindi non chiede contributi in denaro. Ma chiede contributi di altro genere, che consistono nel proporre un testo che abbia un valore contenutistico e stilistico, nell’abbracciare la filosofia della casa editrice, nel conoscere la lingua italiana, nell’essere persona ragionevole, disponibile alla collaborazione e alla comprensione. Nel votarsi allo Zenzerismo. Quindi un autore che voglia pubblicare con noi verrà prima di tutto interrogato sui contenuti del Manifesto dello Zenzerismo. Se non li conosce, vuol dire che non è andato ad informarsi prima sulla casa editrice che stava per contattare, e ciò è imperdonabile per chi sia davvero interessato ad una pubblicazione non puramente autoreferenziale.

Va ricordato che il tuo impegno non si limita ai doveri "classici" di una casa editrice, ma sei attiva anche nella multimedialità: video, booktrailer, fumetti… Pensi che questo possa aiutare un libro a decollare?

No. Lo faccio più per mio piacere personale, per l’immensa soddisfazione di vedere un libro raccontato in ogni aspetto, espresso e percepibile con ogni nostro senso.

Questa casa editrice è molto snob, sceglie e si lascia scegliere da autori e lettori con criteri molto selettivi. Ne deriva che ogni libro è una creatura straordinaria e particolare di per sé, e come tale dovrebbe entrare nell’immaginario del fruitore; un libro non è solo carta stampata, è espressione letteraria ma anche umana dell’autore, prodotto della passione dell’editore e risultato di ogni cosa che avviene prima della pubblicazione. Esprimere tutto questo richiede qualcosa in più che dire: abbiamo pubblicato il libro, quindi adesso compratelo.

Per questo, non sempre il materiale è pronto allo stesso momento; a volte l’ispirazione tarda a venire, e ogni cosa è pronta… quando è pronta! Se vuoi obiettare che è un sintomo di approssimazione, ti ribatto subito che l’approssimazione si manifesta quando si crea qualcosa solo perché si deve, in barba all’ispirazione.

Quando finalmente ti arriva il libro finito fra le mani, cosa provi? Sollievo perché i problemi tecnici sono finiti o soddisfazione perché il viaggio è appena iniziato?

I problemi tecnici per fortuna ci sono solo con i primi libri, dopo è tutto più facile. Ma sollievo no e nemmeno soddisfazione, piuttosto paura. Paura perché è faticoso, perché non si vuole deludere gli autori ma nello stesso tempo si ha contro tutto un sistema frustrante che non fa che ostacolarci, dagli store online alle librerie fisiche che pure la loro (cattiva) parte la fanno. Preoccupazione per non riuscire ad arrivare fino ai lettori che vorremmo.

L’ostacolo è nei gusti dei diversi lettori e nell’incontro con lo stile degli scrittori, infatti per questo sul sito offriamo un sistema di consulenza per cui, se il lettore non vuole rischiare l’acquisto incauto, può chiederci qualcosa di più in merito al libro, a noi o allo stesso autore. Perché se libro e lettore si incontrano non può che nascere un amore. L’unica paura che non ho è quella del riscontro positivo del pubblico, una volta letto il libro.

Per finire, una domanda disonesta. Secondo te nel panorama narrativo italiano esiste un autore più divertente, sagace e intrigante di Lucius Etruscus? Ovviamente sto scherzando: c'è però un autore famoso che ti piacerebbe ospitare nel tuo catalogo?

Non è una domanda disonesta perché altrimenti mi metterebbe a disagio, e invece non lo fa. Posso rispondere da lettrice, e non da editore, che non esiste nel panorama italiano un personaggio più divertente, sagace e intrigante di Marlowe. Da editore, invece, posso dire di aver conosciuto poche persone intelligenti e geniali come Lucius Etruscus. Non sto parlando dei numerosi blog di argomenti eterogenei che riesce a condurre contemporaneamente, non mi riferisco ai deliziosi saggi che trova il tempo di scrivere – già, ma quando? – e nemmeno alle avventure straordinarie di Marlowe.

Per spiegare ai lettori che non conoscono Lucius, farò un esempio: avete presente quando vi arrabattate mezz’ora a spiegare a qualcuno un problema insormontabile con dovizia di particolari, cercando di comunicargli le sfumature, i perché, i come e i quando, e alla fine il vostro interlocutore pronuncia una frase di cinque parole che riassume esattamente il succo esatto di tutta la faccenda da Adamo ed Eva fino alla fine dei tempi e magari contiene pure una mezza soluzione? Ecco, così è Lucio. Lui le cose già le sapeva, e se non le sapeva le ha capite al secondo paragrafo… insomma, vi sentite degli idioti, ma senza sofferenza perché vi inchinate al genio.

Credo si tratti di empatia, una dote che – a torto – non viene mai citata tra i sintomi dell’intelligenza, ma che ringraziando il Cielo fa sì che prima o poi una simile persona arrivi a regalarci il personaggio di Marlowe.

E che risponde anche ad una domanda che non mi è stata fatta: quanto pensi vi sia dell’autore, in Marlowe? Ebbene, ho sempre pensato Marlowe come un personaggio composito: l’ironico e divertente giullare un po’ pasticcione che suscita tenerezza e strappa più di un sorriso per la sua sprovvedutezza e ingenuità; e dietro di lui, il geniale e colto autore che si serve del suo personaggio per irridere tutto un sistema. In comune hanno una simpatia disarmante.

Se vorrei un autore famoso nella casa editrice? No, credo di no. Sono stranamente combattuta tra il desiderio che i “miei” autori vengano riconosciuti per il loro valore e che se ne vadano a farsi pubblicare dalla concorrenza più autorevole e il timore che così facendo si mettano anche loro a scrivere libri in serie, come accade per la maggior parte degli scrittori contemporanei famosi.

Mi sarebbe piaciuto essere editore ai tempi di Pavese, questo sì, e perciò gli autori famosi che mi piacerebbe pubblicare sono chiaramente tutti morti. Ma se da editore ciò mi crea rammarico, da lettore non rimpiango il passato. Trovo che il panorama letterario italiano offra oggi degli autori straordinari, ma per trovarli bisogna cercare dove la luce delle telecamere non arriva o è più soffusa, e poi “corteggiarli” finché non cedono.

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Ringrazio Antonella per la simpatica disponibilità, per i tanti complimenti – giuro spontanei! – e per aver avuto la balzana idea di accogliere il mio Marlowe nel suo catalogo: sarà stata una buona idea? Aiutiamola a scoprirlo, comprando in massa il primo volume delle avventure di Marlowe (no, non quel Marlowe).