La collana “I Classici del Giallo Mondadori” di maggio (n. 1408) presenta Il tunnel (The Dark Tunnel, 1949), di Ross Macdonald.

La prima apparizione italiana del romanzo risale al 1950, come numero 102 de "I Libri Gialli" Mondadori, con lo stesso titolo.

La trama

Corre l’anno 1943 e per Robert Branch, docente di inglese nel Michigan, la guerra è una cosa lontana. Sei anni prima, a Monaco, si è innamorato di un’attrice tedesca, Ruth, unica scintilla di speranza nel buio del terrore hitleriano. Anche quel caro ricordo, però, è ormai lontano, e questo non è più il tempo dei sentimenti. Ora che la paranoia dello spionaggio contamina ogni rapporto umano e si sospetta di tutti, c’è chi teme la presenza di un agente nazista infiltrato nell’università. Il professor Herman Schneider, profugo dalla Germania, è il candidato principale, ma la notizia che costui avrà presto Ruth come assistente mette Branch in agitazione. Perché sarà venuta a lavorare proprio lì? E se la spia dopotutto fosse lei? Poi i dubbi lasceranno spazio ai fatti. Uno strano suicidio e un delitto di cui sarà accusato gli consegneranno un messaggio molto chiaro. La sua guerra sul fronte interno è cominciata.

L’incipit

Detroit è solitamente torrida e appiccicosa in estate, mentre d’inverno la neve sulle strade somiglia a una coperta sporca e sfilacciata. Come quasi tutte le altre grandi città, è migliore in autunno, quando nell’aria rimane un’ombra della dolcezza estiva e i venti sferzanti non hanno ancora iniziato a spazzare le strade ampie e lunghe. Il cuore della città si presentava limpido e baciato dal sole quel pomeriggio di settembre in cui Alec Judd e io scendemmo in auto da Arbana. I grattacieli spiccavano assiepati contro il cielo incipriato d’azzurro con una certa dignità grottesca, simili a un branco di dinosauri congelati in attesa del disgelo.

Alec infilò l’auto in un parcheggio dalle parti della Jefferson, poi scendemmo e ci avviammo verso il Book Tower Building. Le gambe di Alec non erano lunghe quanto la sua statura avrebbe di norma richiesto (con il mio metro e ottanta lo superavo solo di tre dita), ma la sua falcata veloce e aggressiva compensava abbondantemente la lunghezza delle gambe e io dovetti forzare la mia andatura per non restare indietro. Con le sue trentanove primavere, Alec era sempre in forma fisica splendida, e tutti gli anni trascorsi a una scrivania non erano riusciti a curvargli le spalle.

— Be’, ci siamo – disse. – Augurami buona fortuna.

— Un corno. Lo sai come la penso su questa tua idea di arruolarti in marina. E poi, sono semmai io quello che ha bisogno di fortuna.

— Non devi preoccuparti, ti prenderanno.

— Forse – dissi. – L’anno scorso l’esercito mi ha scartato.

— È successo l’anno scorso. Adesso non usano più Superman come modello.

L'autore

Ross Macdonald è lo pseudonimo di Kenneth Millar (1915-1983). Statunitense, si dedica all’insegnamento universitario prima di cimentarsi nella narrativa. Specialista del genere hard boiled, è riconosciuto come l’erede di Chandler e Hammett. La sua fama è legata al personaggio di Lew Archer, protagonista di una lunga serie di romanzi. Marito della giallista Margaret Millar, è stato premiato nel 1974 con il Grand Master dall’associazione Mystery Writers of America. Ha usato anche lo pseudonimo John Ross Macdonald.

Extra

All’interno, il racconto Il gioco di Anna Allocca, vincitore del premio I Sapori del Giallo 2017.

Info

Il tunnel di Ross Macdonald (I Classici del Giallo Mondadori n. 1408), 248 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Gianni Montanari