Non stupisca vedere un action thriller con risvolti spionistici nel catalogo Nord. Da diversi mesi a questa parte l’avvicendamento alla guida editoriale della gloriosa casa editrice ha portato un ampliamento dei confini del catalogo con sortite sempre più convinte in territori della narrativa d’evasione che, pur rispettando i vecchi filoni del Fantasy e della SF, s’inoltrano per sentieri dove il genere si contamina per assumere volti più moderni e decisamente meritevoli di essere esplorati. Reilley arriva con questo Area 7 a colmare un vuoto nelle avventure del suo eroe seriale più riuscito, Shane Schifield detto Scarecorw a causa di due cicatrici a croce incise sulle palpebre. Scarecrow lo avevamo conosciuto quando ancora Reilly usciva da Baldini nell’avventura Ice Station e lo avevamo ritrovato l’anno passato sempre con il marchio Nord in Bersaglio Acquisito. Devo dire che avevo conosciuto Reilly anni fa in originale proprio leggendo questo Area 7 che mi sembra- e la rilettura nell’edizione italiana lo conferma- il lavoro più riuscito dell’autore. L’Area 7, base super segreta nel deserto del sudovest americana dove Schofield e la sua agguerritissima pattuglia di marine scortano il presidente, non è altro che la famosa Area 51, favoleggiata base segreta dove sin dal caso Roswell sarebbero stati effettuati esperimenti ignoti a tutti e persino conservato un esemplare di alieno. È un punto di partenza per teorie della cospirazione, X files di vario tipo e persino- lo ricordate ?- ultimo bastione di difesa del mondo in Indipendence Day. In effetti nel gioco di –mortale- precisione allestito da Reilley il lettore si ritrova con i protagonisti chiuso in un luogo calustrofobico, vessato dal passare dei minuti in un conto alla rovescia, coinvolto in una partita tra generali folli, varani di Komodo, orsi Kodiak, pazzi criminali. Negli angusti cunicoli di questo mondo artificiale succede veramente di tutto e a una tale velocità che, chi ama l’avventura per l’avventura, non può non sentirsi obbligato a leggere senza interruzioni la vicenda sino al finale. Reilley conserva l’entusiasmo giovanile dell’appassionato, di chi divora film, libri, fumetti uno dopo l’altro e, nelle rare pause, si abbruttisce davanti alla consolle ma non molla sinché non ha superato l’ultimo livello. È proprio dal desiderio di scrivere le storie che più gli piacevano, con il ritmo che più gli piaceva, spoglio da descrizioni e approfondimenti psicologici artificiosi, che nasce la vena narrativa di Reilley che, ricordiamolo, si autopubblicò i primi romanzi perché nessun editore credeva in quell’adrenalinica cascata di avventure che sfornava sulla pagina. Poi è venuto il successo e non solo ha trovato un editore ma ha anche promosso in tutto il mondo le sue opere, riprova questa che a chiedere un prodotto di “intrattenimento puro” sono in molti. La scelta di raccontare una vicenda con ritmi indiavolati facendo emergere comunque dei caratteri da dialoghi e azioni ma strizzando l’occhio a mezzo d’intrattenimento- fumetti e videogames appunto- più in linea con moderni gusti giovanili rispetto ai canoni classici del genere, può essere discutibile. Di fatto se si entra nel gioco, se ci si lascia coinvolgere dall’idea di entrare in un mondo dove tutto è azione il divertimento è assicurato e certamente Reilly sfugge da quella schiera di autori che non sanno imbastire storie e allungano il brodo con descrizioni ed elucubrazioni che, sovente, si rivelano appunto artifizi e non hanno una vera necessità di essere. Per questa sua spontaneità e per il gusto – condiviso dal lettore- di giocare senza rete per il puro gusto di farlo gli si può perdonare una scrittura sensazionalistica, a volte sin troppo essenziale che forse, con qualche concessione a ritmi leggermente più lenti avrebbero reso il romanzo appetibile a un pubblico ancor più vasto. Ma, dal mio punto di vista, son dettagli. Scarecrow ha una potenza intrinseca che gli consente di sorvolare sulla rifinitura del testo che, molto probabilmente, l’autore acquisirà con il tempo. Sono il plot, le trovate il “ma come diavolo ce la farà questa volta’” a farla da padrone. E poi diciamocelo sinceramente, quante volte di fronte a supposti romanzi d’azione abbiamo provato il desiderio di saltare righe e talvolta pagine per vedere… come va a finire?