Dalla fine del mese di gennaio è in libreria un volume dal titolo The Hot Zone – Area di contagio (The Hot Zone, 1994) dello scrittore Richard Preston.

Non si tratta di un romanzo di fantasia ma di una seria inchiesta di come l’uomo moderno è venuto a conoscenza di una terribile malattia a cui è stato dato il nome di Ebola.

Questo virus altamente letale ha preso il nome Ebola in quanto le prime avvisaglie della sua esistenza si ebbero quando attaccò delle piccole comunità che vivevano lungo le rive del fiume Ebola, un affluente del fiume Congo.

Come afferma l’autore, non si tratta di un romanzo. La storia che racconta è vera e reali sono le persone coinvolte. Gli eventi descritti sono realmente accaduti, documentati e verificati il meglio possibile.

La prima notizia “certa” di un europeo morto a causa di Ebola è quella di un francese: Charles Monet che viveva da anni in Africa e che presumibilmente fu aggredito dal virus durante una gita, fatta con l’amante del momento sul Mount Elgon. Dopo circa sette giorni l’uomo iniziò ad avere forti emicranie, cerchio alla testa e altro. Si recò in aereo al Nairobi Hospital ma già dentro il velivolo era praticamente morto e anche in ospedale nessuno riuscì a determinare perchè l’uomo era morto in quella maniera orribile. Siamo all’inizio del 1980 e prima di arrivare a capire che si trattava di un nuovo virus passò quasi un decennio.

Quello che è terrorizzante, nel leggere il libro è scoprire che il virus sbarcò negli Stati Uniti addirittura nel 1989 portato da alcune scimmie. Infatti in America venivano importate migliaia di primati di varie razze.

In un importante centro di raccolta e smistamento, iniziarono a morire in modo atroce decine di scimmie e sarà l’esercito a occuparsi di questa moria scoprendo finalmente la grande pericolosità del virus Ebola.

Un libro di grande interesse che avvince il lettore sino all’ultima pagina e in merito lo scrittore Stephen King ha dichiarato:

“Tra le cose più terrificanti che abbia mai letto. Un grande libro”

L’autore:

Richard Preston è nato nel 1954. E’ uno scrittore di New York e collabora alla rivista “The New Yorker”,  è autore di diversi libri di divulgazione scientifica e nel 1992 ha ricevuto il premio Eugene McDermott del Massachusetts Institute of Technology.

E’ un autore di bestseller che ha scritto libri su malattie infettive, bioterrorismo e su altri soggetti.

Anche se alcuni suoi volumi sono di fantasia, si basano sempre su approfondite ricerche e interviste

La “quarta”:

“Ebola era comparso in quelle stanze, aveva sventolato i suoi stendardi, si era nutrito e quindi si era nuovamente ritirato nella foresta. Tornerà.” Così Richard Preston concludeva, venti anni fa, agli inizi degli anni Novanta, la sua opera più importante, The Hot Zone – Area di contagio. Non un romanzo, ma una storia vera, come lo sono i personaggi descritti. Dal profondo delle foreste tropicali, dove fino al 1980 è vissuto e si è moltiplicato senza che la medicina ne rilevasse l’esistenza, un virus letale si manifesta all’improvviso: attacca le scimmie, ma anche l’uomo, e gli effetti sono rapidissimi e devastanti. La difficoltà di riconoscerne i sintomi, l’inefficacia delle terapie, la facilità con cui il virus si propaga e uccide: attraverso la ricostruzione storica dei primi casi e dei progressi della ricerca condotta nel tempo, Preston consegnò un’opera che oggi appare ancora più attuale. Un testo a metà fra indagine scientifica e narrazione, che grazie alla preparazione del suo autore ci racconta cos’è Ebola, un fenomeno che dopo una lunga fase silente è tornato, più violento che mai. E per il quale non esiste ancora un vaccino, ma solo la consapevolezza di dover fare molto in fretta.

Richard Preston, The Hot Zone. Area di contagio (The Hot Zone, 1994)

Rizzoli, collana Rizzoli Best, pagg. 345. euro 18,00