Sherlock Holmes, famoso eroe partorito dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle alla fine del XIX secolo, è stato protagonista di un gran numero di opere letterarie.

Tra queste figura anche il racconto L'avventura dell'interprete greco, pubblicato originariamente sulla rivista Strand Magazine ed in seguito in una raccolta dal titolo Le memorie di Sherlock Holmes, in cui l'intellettuale di Edimburgo fa dire al dottor Watson, assistente e miglior amico del famoso detective privato: «Durante la mia lunga e intima collaborazione con Sherlock Holmes non l'ho mai sentito riferirsi ai suoi parenti e quasi mai alla sua giovinezza. Ero giunto a credere che fosse orfano...».

Visto il disinteresse del suo creatore, a costruirgli un passato hanno contribuito, oltre a una folta schiera di appassionati, famosi scrittori come lo sceneggiatore e giornalista canadese Shane Peacock, autore della serie per ragazzi I casi del giovane Sherlock Holmes.

Ambientato nella Londra della seconda metà del 1800 pervasa da una nebbiolina giallastra che favorisce un'atmosfera oscura ma dal grande fascino, L'occhio del corvo, volume della collana pubblicato da Tundra Books in Canada e negli Stati Uniti e in Italia da Feltrinelli, racconta il primo caso del famoso consulente investigativo.

Una donna viene trovata accoltellata in un vicolo dei bassifondi.

Solo alcuni corvi hanno assistito al delitto.

Il giovane Holmes, che rivela già brillanti doti di osservazione e analisi, entrando nella psicologia di questi uccelli e guardando con i loro occhi, troverà gli indizi che serviranno a scagionare lui stesso e un giovane macellaio arabo, che la polizia ha trasformato in capro espiatorio, dall'accusa di omicidio.

Accanto al protagonista, in un ambiente in cui una grande opulenza si contrappone alla miseria più nera, ricchi palazzi a fetide topaie e media borghesia al sottoproletariato più bieco, si muovono numerosi personaggi, tutti ben caratterizzati sia fisicamente che psicologicamente come Rose e Wilberforce Holmes, genitori di Sherlock, Malefactor, capo della banda degli irregolari di Londra e Irene Doyle, figlia di sir Arthur, ragazza tanto buona quanto forte e motivata.

Nel corso della narrazione si fa inoltre riferimento a personalità storiche come il reverendo Lewis Carroll, Charles Dickens, il premier Gladstone e il suo avversario Benjamin Disraeli che contribuiscono a contestualizzare la vicenda.

L'unico neo, che non sminuisce la bellezza e la particolarità di questo libro, è il finale, su cui si sarebbe potuto indugiare maggiormente.

Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare, senza paura di smentita, che L'occhio del corvo è un romanzo la cui lettura soddisferà pienamente sia i fans doyliani che gli appassionati di letteratura gialla.