Palermo criminale racconta un anno, il 2004, in cui l'apparente riscatto della città attraverso la promozione in A della sua squadra di calcio fa da contraltare alla tragedia quotidiana che investe le vite che brulicano dentro il tessuto urbano. Un dramma raccontato, mese dopo mese, da un autore diverso.

Una parte consistente di “pezzi” che costituiscono questa storia collettiva gioca sul dualismo cromatico che è assieme colore sociale e gradazione di genere letterario: rosa-nero. Così Eros e Thanathos si rincorrono nei racconti di Alessandro Locatelli, Gery Palazzotto e Salvo Toscano mandando – sempre per dirla con archetipi mitologici – del tutto fuori fase Kronos; un tempo che sembra essere l'unico nemico e del quale neanche la morte può arrestare l'azione. Amore e Morte sono al centro anche dei frammenti di Mauro Mirci e Ugo Barbàra, in cui l'influenza della narrativa di genere è più evidente: l'action thriller per il primo e il noir per il secondo, autore di una storia che sarebbe piaciuta a Derek Raymond. La letteratura di genere è riconoscibile anche nel contributo di Gaetano Savatteri, che ha il ritmo, la struttura e la lingua del thriller puro.

Un secondo nodo tematico ha a che fare con recessi psichici che dall'interno dei crani dei protagonisti si spostano per le vie di Palermo come il vento. Così l'alienazione raccontata da Nicolò La Rocca si mischia ai toni kafkiani di Domenico Conoscenti, all'isteria di massa descritta da Giorgio D'Amato per esplodere nel delirio allucinogeno-satirico dipinto da Nino Vetri. L'inquietudine è una lingua che si esprime con infiniti registri.

Chiudono la raccolta due racconti che alzano ulteriormente il buon livello della narrativa contenuta in Palermo criminale: il crepuscolare Morale della favola di Irene Chias (sarà per l'ambientazione in parte sudamericana, ma ricorda certi racconti di Roberto Bolaño) e Martina che cantava a Capodanno, un dramma familiare che viene dalla cronaca, un piccolo capolavoro raccontato con penna manchettiana da Antonio Pagliaro, curatore di un volume che, nel suo complesso, è sicuramente un'opera riuscita.