Tranquilli, non è gossip sulla vita sentimentale dei due noti autori emiliani.

Macchiavelli è venuto a trovarci a Pistoia, presso la Biblioteca San Giorgio, per presentare il suo “Sarti Antonio. Rapiti si nasce” e ne ho approfittato per allargare il discorso alle donne che “abitano” i romanzi delle serie dedicate a Sarti Antonio e Poli Ugo.

“Le donne di Sarti Antonio - risponde il suo autore - hanno un loro carattere, una grinta, un carisma. E' così che vedo le donne vere, come persone che hanno una marcia in più rispetto agli uomini.

Le donne di Poli Ugo, invece, sono vittime. La moglie è una poveraccia oppressa da lui. Se avessi inserito il personaggio di Poli in un contesto attuale, lo avrei fatto ancora più spregevole, al punto da commettere un femminicidio.

Nella serie scritta insieme a Francesco (Guccini) nel primo romanzo (Macaronì) le donne non erano presenti. Quando l'editore ci commissionò il secondo, (Un disco dei Platters) ci obbligò a inserire un personaggio femminile. Così creammo la compagna di Benedetto Santovito. E' un'insegnante, una donna libera, indipendente economicamente. Il personaggio diventa sempre più indipendente, al punto che nell'ultimo romanzo collabora alle indagini del suo compagno. Quando arrivammo a dover scrivere il momento l'inizio della loro storia d'amore ce lo passavamo l'uno con l'altro. Alla fine Francesco si prese l'impegno e fu...un capolavoro di “non scritto“. I due si incontravano, poi c'era la descrizione delle fronde di un albero agitate dal vento, successivamente i due amanti si trovano a letto. Nei romanzi con protagonista l'ispettore del Corpo forestale dello Stato Marco Gherardini detto “Poiana”, abbiamo deciso di cambiare ogni volta la protagonista femminile. Nell’ultimo, “La pioggia fa sul serio”, “Poiana” ha come coprotagonista una giovane fotografa inglese che deve documentare le immagini sacre sparse nei paesi di quella parte dell'appennino tosco-emiliano.

A parte l'aneddoto, penso che per descrivere bene il punto di vista femminile avremmo bisogno di una terza mano, quella di una donna perché il nostro punto di vista maschile non è mai imparziale, per quanto ci sforziamo.”