«C’è Gangland, ma anche la Parigi di Pietrafredda, poi un inedito paesaggio del deserto del Taklimakan, il “luogo dove non vive nulla”, il confine tra Messico e USA e poi Shanghai con le triadi, i servizi segreti che si contendono potere e denaro. E poi i ninja, la vecchia squadra con la Bimba e persino un inedito Gobbo... innamorato». Con queste parole Stephen Gunn stesso anticipa i temi del suo nuovo grande romanzo: Il Professionista. La Triade di Shanghai, in edicola questo mese in Segretissimo n. 1605.

     

Dalla quarta di copertina:

È notte, il Professionista avanza lungo un corridoio d’albergo verso la suite del Bersaglio. Mano armata sotto la giacca, ghiaccio nelle vene. Tutto ha avuto inizio due mesi prima. Una missione in Messico, poi il passaggio della frontiera per sottrarsi a chi gli dà la caccia. E una proposta senza alternative per un’anima macchiata di nero, l’opportunità di sparire e risorgere prendendo il posto di un’altra persona... Ecco. Due colpi di pistola ed è finita. Adesso Chance Renard ha assunto la sua nuova identità. Quella di Momon Vidal, rapinatore leggendario, nemico pubblico numero uno della polizia francese. Figura chiave in una connection che lega trafficanti di droga dal Sudest asiatico, mafia russa e triadi cinesi. Ora Chance è lui, nella buona e nella cattiva sorte. Probabile che sia cattiva.

     

Ecco l’incipit:

Cambiare tutto per non cambiare niente. Come al solito.

Chance Renard uscì dalla Stazione Centrale attraverso uno dei nuovi sottopassaggi rivestiti di marmo chiaro e poster patinati. Abbigliamento, profumi, automobili. Un barbone ubriaco sonnecchiava scoreggiando, appoggiato alle macchinette per i biglietti. L’idea era stata quella di realizzare un rinnovo totale dell’immagine della vecchia stazione ferroviaria dall’architettura razionalista di Regime che, nei decenni, era diventata un labirinto buio di scaloni e corridoi in cui s’annidava una umanità degradata, pericolosa. Il progetto, costato milioni, aveva rischiarato l’ambiente, installato negozi, tabelloni pubblicitari, scivoli autotrasportanti così numerosi e complessi da far perdere l’orientamento.

Ma la città intorno e dentro alla stazione non era cambiata. Era rimasta quella che aveva accolto Chance una notte di tanti anni prima, quando vi era arrivato in treno per uno dei suoi soliti “tiri”, un lavoro rischioso con gente brutta di dentro e di fuori. In quel lontano giorno d’inverno, sul muro di uno dei binari posizionati in un settore quasi abbandonato, buio e maleolente, aveva visto una scritta. Gangland. La città delle bande. Un intreccio tra malavita, politica, criminalità etnica importata, intrallazzi di vario genere che avvicinavano malgrado tutto i quartieri della periferia ai salotti buoni del centro, le finanziarie ai garage dove si “trattavano” le auto, i night alle basiliche.

     

Stephen Gunn è lo pseudonimo di Stefano Di Marino, uno dei più prolifici scrittori di spionaggio e avventura italiani degli ultimi decenni. Nato nel 1961, ha viaggiato in Oriente e ancora vi trascorre parte del suo tempo. Oltre alla scrittura si interessa di arti marziali, pugilato, fotografia e cinema, soprattutto quello orientale al quale ha dedicato numerosi saggi. Ha esordito con il suo vero nome pubblicando Per il sangue versato, Sopravvivere alla notte, Lacrime di drago (Mondadori). Ha usato per la prima volta lo pseudonimo Stephen Gunn per firmare i romanzi Pista cieca e L’ombra del corvo (Sperling). Poi, diciotto anni fa, è nata la serie dedicata a Chance Renard, il Professionista. Scrive per siti e riviste di settore. Su Wikipedia, Stefano Di Marino e il Professionista hanno due voci distinte con bibliografia aggiornata e commentata del personaggio. Per saperne di più sull’autore, sul Professionista e sul suo mondo, cercate su Facebook Di Marino Stefano,la fan page di Chance Renard-Il Professionista e il blog hotmag.me/il professionista.

     

Il Professionista. La Triade di Shanghai di Stephen Gunn (Segretissimo n. 1605), 280 pagine, euro 4,90