Il fascino del vecchio West cammina sulle gambe delle leggende. Uomini duri e decisi, buoni e cattivi, criminali e sceriffi, che hanno plasmato un paese, un continente. Conquistato la frontiera e impresso il loro marchio indelebile nella cultura americana. Wyatt Earp (Wyatt Berry Stapp Earp, Monmouth 19 marzo 1848 – Colma 13 gennaio 1929), fu uno di quegli uomini, di quelle leggende. Celebre sceriffo di frontiera, fu anche cacciatore di bufali e gestore di saloon, giocatore d’azzardo e ladro di cavalli, attraversò la frontiera del West, la California e l’Alaska, partecipò, assieme ai fratelli, alla sparatoria all’OK corral. Una figura imponente e sfaccettata, piena di chiaroscuri, che si impose in un mondo duro, in una società che si andava plasmando sul piombo delle pallottole e nei duelli al sole del deserto. Un uomo che seppe creare e alimentare il suo mito, che racchiuse dentro di se tutti gli aspetti e le contraddizioni della sua epoca. Un’epoca e un mondo che arrivano indelebili e affascinanti fino ai giorni nostri.

Lo sceriffo di ferro. La vera storia di Wyatt Earp e della sfida all’ok corral di Stuart Lake, è pubblicato in Italia da Odoya edizioni, nella splendida collana Odoya Library. Si tratta di un libro meraviglioso, un saggio che è molto più di questo, è un tuffo nel passato, un immenso viaggio nella frontiera americana, fra pistoleri e sceriffi, ladri di cavalli e saloon fumosi. Ogni pagina è ricca e dettagliata, ci si muove in un mondo reale e concreto, fra uomini pericolosi che sanno come uccidere e se necessario sono pronti a farlo.

Nonostante l’alone mitico che tutta le storie di coraggio e morte hanno, in questo caso non c’è leggenda, non c’è esaltazione, ogni particolare narrato è stato controllato e verificato da decine e decine di interviste e resoconti. Il libro stesso si basa sulle interviste che un anziano Earp rilasciò nel 1928, a cui poi si sono aggiunti documenti dell’epoca e un fondamentale apparato fotografico che trasmettono con grande e genuino impatto l’immagine di un mondo che non c’è più, di un esistenza ai confini estremi della legge. Un mondo in cui come dice un vecchio adagio “Dio ha creato gli uomini, Colt li ha resi uguali.”

Un saggio che si legge come un romanzo, e che fa capire e comprendere la nascita di una nazione.

Un libro che colpisce al cuore e che fa viaggiare attraverso secoli, impedibile per i veri cultori del western.

Bellissimo.