Dopo il successo del passaparola, arriva in libreria per Newton Compton un grande thriller di firma italiana: Le nove chiavi dell’antiquario di Martin Rua.

         

Dalla quarta di copertina:

Gerusalemme, 1118. Alcuni monaci del neonato Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, più tardi noti come Templari, fanno una scoperta inquietante nelle viscere del Monte del Tempio.

Berlino, 1945. Un gruppo scelto di uomini si inoltra nella capitale del Terzo Reich devastata dai bombardamenti, per recuperare un prezioso manufatto.

Napoli, 2012. La vita dell’antiquario Lorenzo Aragona procede tranquilla, finché una giovane donna dell’Est, comparsa misteriosamente, lo trascina in una drammatica vicenda dai risvolti esoterici.

Ma chi è veramente Anna Nikitovna Glyz e che cosa lega suo nonno al nonno di Lorenzo? Per scoprirlo, i due iniziano un viaggio seguendo tracce e simboli da interpretare e decifrare. Un viaggio che, da Gerusalemme a Berlino, porta a Napoli e a Kiev, fino a Roma, e che presto assume i contorni di una fuga. Perché tutti gli indizi che Anna e Lorenzo trovano conducono a un misterioso e millenario enigma... il Codice Baphomet. Cosa si cela dietro questo antichissimo arcano ideato e tenuto segreto sino a oggi dai leggendari maghi caldei?

       

Ecco un estratto:

Il mio amico e socio, Bruno von Alten, di padre tedesco, era un uomo molto elegante e un antiquario straordinario. E anche un ottimo pianista jazz. Quando non era in galleria, era a provare con il suo trio o su qualche palco in giro per l’Europa a esibirsi. Davvero un bel tipo..

Quella mattina aveva concluso la vendita di una consolle del XVIII secolo, realizzata dalla scuola di Jean Henri Riesener, un tedesco trapiantato in Francia e divenuto ebanista di corte nel 1774. Metà dei mobili esposti a Versailles e appartenuti a Maria Antonietta sono opera sua. Bruno amava proporre ai suoi clienti pezzi realizzati da artisti tedeschi, una sorta di omaggio che rendeva ogni volta alla memoria del padre, morto quando lui aveva vent’anni. Amava inoltre alla follia i mobili di fine Settecento e ogni volta che ne vendeva uno faceva una specie di teatrino ostentando il dolore nel doversene privare.

Io naturalmente non avevo nulla da obiettare, fintanto che le sue erano trattative vincenti. Lo stesso attaccamento, del resto, io lo manifestavo per un altro stile, che lui, snob impenitente, definiva una pura e semplice volgarità.

«Come puoi paragonare lo stile Luigi XVI con quella porcheria di art nouveau?».

Io scrollavo la testa e facevo spallucce. «Il tuo problema è che non ti sei mai aggiornato, vecchio mio. Gli stili cambiano, si sperimentano cose nuove».

Pronunciavo quelle parole con poca convinzione durante quei soliti battibecchi, giacché ero io il primo a rifiutare l’arte e l’architettura contemporanee. Per me tutto era finito negli anni ’30, in America, con l’art déco, e consideravo l’art nouveau la massima sintesi di antico e moderno. Era il mio stile preferito, come dimostrava la mia casa, un trionfo di volute e fiori, abat-jour di vetro colorato e mobili in stile Guimard. Che lui detestava.

     

Per saperne di più e per un’anteprima gratuita, ecco il link: http://blog.newtoncompton.com/le-nove-chiavi-dell-antiquario/

      

Martin Rua è nato a Napoli dove si è laureato in Scienze Politiche con una tesi in Storia delle Religioni. I suoi studi si sono concentrati particolarmente su Massoneria e alchimia. Dopo un viaggio a Praga e poi a Chartres ha dato vita a Lorenzo Aragona, il personaggio dei suoi romanzi, in bilico tra avventura ed esoterismo. Ha iniziato come scrittore auto pubblicato arrivando a vendere migliaia di copie del suo ebook in poche settimane. Le nove chiavi dell’antiquario è il primo romanzo della Parthenope Trilogy. Per saperne di più: www.martinrua.com

       

Le nove chiavi dell’antiquario di Martin Rua (Newton Compton - Nuova Narrativa Newton n. 477), 384 pagine, euro 9,90 (in eBook, euro 4,99) - ISBN 978-88-541-5506-0