«Un giorno, io, Edward de Vere, diciassettesimo conte di Oxford, creai Shakespeare. E un giorno, Shakespeare mi uccise.» Così, senza preamboli e senza fronzoli, inizia il sorprendente romanzo Io sono Shakespeare dell’autrice emergente Brünhilde Jouannic. Mediante la nobile ed antica forma del romanzo epistolare, l’autrice si diverte a raccontare l’immaginaria (ma plausibilissima) storia in prima persona di Edward de Vere... l’uomo che fu Shakespeare!

«Il mio nome è associato a uno dei più grandi misteri d’Inghilterra, mistero di cui io sono il solo responsabile. Ma su tutti i segreti, un giorno o l’altro, si dovrà gettar luce, non se ne abbia a male il mio assassino.»

Così Jouannic affronta un tema scabroso che infiamma gli animi da quattrocento anni: il mistero (nato dalla assenza di fonti sicure) della vita di William Shakespeare: è esistito veramente o era un semplice pseudonimo? E in questo caso, un pseudonimo di chi? Questo romanzo si riallaccia alla scuola di pensiero che vede in Edward de Vere l’unico che abbia avuto tutte le caratteristiche per potersi fregiare del “sospetto” di aver scritto quelle opere che noi chiamiamo shakespeariane.

Non è una ipotesi molto condivisa, per questo è un piacere venirne a sapee di più, anche perché l’editoria italiana è straordinariamente carente sull’argomento.

     

Io sono Shakespeare non ha ambizioni saggistiche, ma è ovvio che dietro la fiction si annidi una solida ricerca fra le fonti. È anche e soprattutto una grandiosa ricostruzione storica di un periodo turbolento e spettacolare, che sembra nato per essere raccontato in forma di grande thriller storico, ricco com’è di personaggi estremi e di caratteri spietati. L’opera di Shakespeare è infatti saldamente ancorata al suo periodo, sebbene rimanga profondamente universale. L’io narrante (anzi, scrivente!) del romanzo non si limita a parlare di come è diventato il grande Bardo, ma soprattutto ricostruisce eventi dell’epoca elisabettiana e vicende personali: e tutto si va ad incastrare e a saldare nella trama misteriosa e affascinante dell’opera shakespeariana.