Stark: ovvero crudo, aspro, duro. Stark conduce una vita allucinata e senza respiro. È un piccolo delinquente che si illude di vincere. Stark conosce solo il crimine e non ha rimpianti né voglia di redenzione. È il prototipo di tutti gli eroi di Edward Bunker. La storia di Stark, ambientata nella California del Sud, primi anni Sessanta, è l'ultimo gioiello lasciato dal grandissimo "Eddie" Bunker ai suoi lettori.

Dall'introduzione di James Ellroy: "Il personaggio che dà il titolo al libro è un tossico e un truffatore che cerca di riempirsi le tasche di quattrini e le vene di eroina. È in rotta di collisione con gli sbirri. Va in giro a fottere il mondo degli onesti. Va matto per gli abiti di lusso, le macchine veloci, le puttane di classe. Si aggira spavaldo per il mondo del quadruplo gioco. Ha stile. È cosí cool che è addirittura gelido. Si dà arie da fatalista. Perché è da fichi sapere già come andrà a finire. Semina cadaveri mentre tenta di farsi largo in una selva di malavitosi incazzati e di sfuggire alla "stanza verde", la famigerata camera a gas di San Quintino… È la creazione di un giovane detenuto sbronzo di acquavite fabbricata in carcere, un po' Mickey Spillane un po' esistenzialismo francese - e tutto funziona..."

Stark condivide con gli altri romanzi di Bunker una vena di autenticità che si respira in ogni descrizione e in ogni dialogo. Il mondo degli eroinomani, pronti a tradirsi l'uno con l'altro per una dose o per pochi dollari, è presentato con la consueta potenza e senza alcun compiacimento, e lo stesso vale per la brutale indifferenza delle forze dell'ordine. Il protagonista somiglia al Max Dembo di Come una bestia feroce, ma con un cinismo e una capacità di calcolo che ne fanno uno Iago dei bassifondi: molto riuscite anche le caratterizzazioni di Momo, Dummy, Crowley: tutti personaggi credibili, nei quali l'inclinazione alla violenza si accompagna spesso a una sorta di lacerata umanità. Come sempre, la conoscenza del mondo che racconta - «Eddie» ha passato metà della vita in carcere - e la sua vena di grande scrittore permettono a Bunker di costruire un personaggio in apparenza freddo ma che ci coinvolge profondamente perché esprime le nostre piú segrete, inconfessabili pulsioni.

Edward Bunker, nato a Hollywood il 31 dicembre 1933, è scomparso a Los Angeles il 19 luglio 2005. Ha sposato Jennifer Steele, da cui ha avuto un figlio. La stessa Steele ha scritto l'epilogo pubblicato in Stark. Con Einaudi, Bunker ha pubblicato Cane mangia cane (1999), Come una bestia feroce (2001), l'autobiografia Educazione di una canaglia (2002), Little boy blue (2003) e Animal Factory (2004). Da Animal Factory è stato tratto l'omonimo film con Steve Buscemi e Willem Dafoe.

Edward Bunker, Stark

Einaudi, 2006

Introduzione di James Ellroy

Traduzione di Cristiana Mennella

pp. 182 - € 13,00