Il cervello da un miliardo di dollari (Billion Dollar Brain, 1967) è un film curioso, anomalo sia per il genere che per la serie dedicata ad Harry Palmer. Di fatto segnò l’epilogo temporaneo delle trasposizioni dei romanzi di Len Deighton che dovranno aspettare gli anni ’90 per proseguire in TV.

Fondamentalmente credo che il problema sia stata la scelta del regista Ken Russell, autore bizzarro, con una fortissima personalità, di certo schivo dalle logiche di “serie” che anche le avventure di Harry Palmer necessitavano. Se da un lato strizziamo sempre più l’occhio a James Bond (basti guardare la sequenza dei titoli di testa realizzata dallo stesso Maurice Binder) c’è un risvolto grottesco che sicuramente non è risultato gradito agli amanti del genere, disposti a seguire l’eroe in avventure meno glamour di quelle del personaggio di Ian Fleming ma non in una farsa il cui tema politico diventa preponderante. Eppure, rivedendolo oggi Billion Dollar Brain è un riuscitissimo film di spionaggio, per vari motivi.

              

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