Se il termine graphic novel è spesso abusata per indicare fumetti scadenti che non riescono a raggiungere il livello di un serial popolare, questo non è il caso di Bocca del diavolo [Bouche du diable, 1990]. Di vero e proprio romanzo a fumetti si tratta.

Diviso in tre albi che scandiscono una vicenda che Jerome Charyn (autore che forse qualcuno ricorda come ottimo romanziere ai tempi di Interno Giallo) avrebbe potuto tranquillamente portare sulla pagina in prosa. Invece ha deciso di affidarsi a François Bouq che possiede un tratto “sporco”, ricco di dettagli, e fotografa sempre ogni inquadratura in maniera originale usando in maniera spettacolare un’ottica grandangolare con un effetto tridimensionale, il punto di fuga spostato sempre dove meno il lettore se lo aspetta.

        

Non sono belli e puliti, gli eroi di Charyn e Bouq. Vivono in una realtà sozza, buia, volutamente priva di glamour. Raccontano una storia complicata, della Guerra fredda, che ho recuperato nella mia libreria e riletto con il piacere che mi diede un tempo, quando uscì a puntate su Comic Art e infine fu ristampata in un unico volume [Grandi Eroi n. 99] che conservo ancora.

Un episodio one-shot e non una serie, quindi. Un romanzo che piacerà ai cultori della spy story più classica alla John le Carré e che si basa su una delle più durature “leggende” della narrativa spionistica: il progetto K-A, Kill America.

Vi si sono cimentati Walter Wager e decine di altri, sino a Salt con Angelina Jolie. Un piano segreto dell’NKVD concepito negli anni ’50 per invadere l’America con uomini e donne addestrati in un luogo segreto a “essere americani” per poi colpire a tradimento quando fosse venuto il momento. E il filone vuole che la nuova vita sia così seduttiva da produrre dubbi e conflitti negli agenti al punto tale da rivoltarli contro i propri mandanti. Ma in questo caso c’è qualcosa di più.

          

Yuri, trovatello ucraino afflitto da un labbro leporino che sin dall’infanzia lo fa soffrire, rendendolo bersaglio dei suoi coetanei nella casa di adozione quanto nell’orfanotrofio di Karkhov, diventa una belva feroce. Per queste sue qualità viene selezionato per l’istruzione del progetto K-A. Sono gli anni ella Russia di Stalin, della repressione religiosa. Poi finalmente Yuri, operato e reso “normale” parte per gli USA.

Qui vive la sua leggenda a New York. Una città enorme, sporca e squallida quanto gli interni russi che abbiamo visto nelle fasi precedenti: New York è la faccia del mondo occidentale, poco attraente quanto le strade di Mosca popolate di accattoni. Yuri trova sollievo solo nell’amicizia degli indiani che costruiscono i grattacieli. Da lassù vede un mondo nuovo, allarga il suo orizzonte e la sua mente.

Ma la trama procede rapida con appuntamenti, le “regole di Mosca”, le matrioske, le purghe staliniste, i gruppi di ultra destra. C’è anche l’amore ma, come sempre, ogni cosa ha una doppia faccia.

        

Alternando indagine, introspezione e azione spettacolare Bocca del diavolo resta dopo tanti anni un grandissimo esempio di spy story a fumetti capace di coinvolgere con tutta la potenza di un film, di un romanzo scritto da un maestro.