Si preannuncia un anno pieno di novità cinematografiche legate allo spionaggio. Per la verità la spy story cinematografica non è stata avara di storie negli ultimi anni (basta ricordare Hanna, Salt, Il debito solo per citare i primi titoli che mi vengono in mente negli ultimi tempi). Di certo una versione cinematografica de La talpa di John le Carrè (Tinker, Tailor, Soldier, Spy, del 1974 con un ottimo sceneggiato TV interpretato da Alec Guinnes) mi pare il modo migliore per inaugurare un’annata che seguiremo passo passo.

Non sorprenda che in queste righe si avvicineranno film di ispirazione anche molto differente da questo film estremamente pensato e “algido” a super movimentati film come il 23° Bond (di cui quest’anno ricorre un doppio anniversario e che troverete celebrato al momento opportuno su un numero di Action).

La spy story è un genere vario che passa dal noir, all’intrigo politico sino all’avventura. Ma non è genere per tutti. Né per autori, né per lettori-spettatori. Trame molto articolate, riferimenti alla cronaca, insomma un lavoro di testa che il pubblico odierno, abituato a battere le manine a qualche commediola regionalistica, stenta a seguire. Il problema è l’incapacità di concepire trame complesse, su più livelli. Problema che affligge ahimè sia chi scrive che chi legge o guarda.

                           

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