Il Professionista non è morto... lo so era prevedibile che quell’ultimo colpo di pistola con cui Mimy Oshima vendicava l’amante ucciso da Chance Renard [in Nome in codice: Loki, Segretissimo n. 1581] non segnasse la parola fine. Un nuovo inizio magari.

Perché dopo diciassette anni «Il Professionista non è morto come molti credevano. Come molti si auguravano». E non sono solo le parole della quarta di copertina del volume in edicola in questi giorni [Segretissimo n. 1585]. Il mondo editoriale, la crisi, una certa spocchia dell’establishment editoriale, insomma voi che mi seguite lo sapete cosa intendo.

Il Prof non ha mai pensato di mollare ma le volte in cui ho pensato «questa è l’ultima avventura che scrivo» sono state diverse. Smentite sempre e solo grazie a voi che seguite il personaggio, che mi scrivete in privato con quesiti, richieste di anticipazioni, segnalando preferenze e manifestando desideri. Non crediate che non sia importante anche se al personaggio sono affezionato da sempre e ogni volta che lo riporto in azione è come ritrovare una parte di me stesso.

                

Il Professionista ha cinquant’anni ma vive nel mondo degli eroi. Al momento rimane a quell’età perché è ancora forte a sufficienza per affrontare le sue battaglie, per sedurre, per essere quello che ho sempre voluto che fosse. Un ribelle, un anarchico. Uno un po’ fuori di testa, come ci piacerebbe esserlo tutti ma, nel mondo reale, non sempre è possibile.

Il mondo del Professionista è labirintico, pieno di personaggi, di intrecci con altre storie, di riferimenti. Un po’ questa ferita (che certo ha lasciato un segno tangibile) rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo. Anche se una delle continuità principali degli ultimi anni (la lotta contro il progetto Loki) continua, ma per vie più insidiose. E naturalmente ci sono comprimari e avversari, vecchi e nuovi.

Però mi piaceva, con il prologo legato all’avventura ma anche al primo episodio di tanti anni fa, rivedere Chance giovane, ancora legionario. Per di più invischiato in una vicenda che sfiora l’attualità. Più di quanto alcuni mascheramenti obbligatori lascino intendere. Perché il Professionista racconta storie d’azione, d’evasione ma che, un poco, ragionano sul nostro tempo e uniscono alcuni punti.

Una storia che parla di eco mafia da uno spunto snobbato da un editore che si tirò indietro, forse timoroso della fama di “duro” dell’autore. Forse perché sono e resto un autore pulp, fiero di esserlo.

Non avete mai letto un episodio del Professionista? Be’, io credo che potrebbe valere la pena di cominciare da questo.