Il protagonista de Il pittore che visse due volte non è James Bond - che negli anni Sessanta ci ricordava che si vive solo due volte - bensì due personaggi separati da un secolo di età!

C’è il passato e c’è il presente. C’è T.F. Reilly, pittore bohémien che sopravvive grazie all’aiuto principalmente del proprietario del cafè Mountjoy, e c’è Samantha Dodd, che oggi letteralmente si innamora di un quadro del suddetto pittore - «Sentiero umido, tempera all’uovo su tela preparata a gesso».

Lo vede in una vetrina e da quel momento ne è stregata - «La superficie del dipinto era liscia, quasi setosa al tatto e calda nonostante la bassa temperatura della stanza». Continuerà a girargli intorno nel (vano) tentativo di racimolare l’esagerato prezzo richiesto per la vendita. La situazione si risolve in modo perfetto: riesce a farsi assumere come segretaria della galleria dove il dipinto è esposto.

In passato è avvenuta una morte misteriosa, la cui responsabilità ricadde sul povero e innocente Reilly. «Solo la verità può salvarmi», è l’accorato appello dell’artista: un appello che arriva, un secolo dopo, alle orecchie anche di Samantha. La donna, infatti, da sola a gestire la galleria d’arte ha l’impressione di udire una voce... la voce di Reilly che le parla dal passato!

Lungi dal rimanerne spaventata, Samantha si appassiona sempre di più alla sorte che nel passato si accanì sul povero pittore, ed è fortemente decisa - nel presente - a rendergli giustizia. Inizia una “caccia al tesoro” fra sotterfugi e quadri rubati per scoprire da una parte cosa sia realmente accaduto ai tempi di Reilly, sia per scagionarlo e salvarlo nel presente.

Una scrittura brillante e coinvolgente, con continui giochi temporali tra passato e presente che servono al lettore per immergersi nella vicenda come se fosse un tempo solo, come se seguissimo passo passo la vita di un pittore che, in realtà - come ci ricorda il titolo - di vite ne ha due.

Un “thriller pittorico”, si potrebbe definire, o più semplicemente un buon libro, brioso e divertente, da gustarsi tutto d’un fiato.