Uno strano personaggio con “i baffi a manubrio”… 

Pioggia nella notte di Hillary Waugh, Mondadori 2011.

Prologo con alcuni casi d’omicidio raccolti da J.Ware Booth che potrebbero venire a fagiolo in seguito. Siamo a Stockford nel Connecticut, precisamente giovedì 1960, verso le dieci di sera. Pioggia a catinelle, colpi alla porta di John Solensky e “Fermo sui gradini c’era la figura più strana che avesse mai visto”, un uomo con un cappotto enorme, più grande di lui, un feltro nero tirato sugli occhi con la tesa abbassata, occhiali, ispidi capelli grigi, naso grosso e bitorzoluto, due baffi a manubrio. Chiede dove abitano i Lobenz e dopo poco le undici ritorna, dichiarando che non risponde nessuno e che deve ricevere dal suddetto cinquanta dollari per un fertilizzante non pagato. All’una e dieci il povero Solensky si becca altri colpi alla porta a cui si uniscono grida di donna. Vic Lobenz è stato colpito a morte, qualcuno, lo strano tizio sopraccitato, gli ha sparato al polmone destro.

Iniziano le indagini del capo della polizia Fred C. Fellows e del sergente Stoney G. Wilks. Intanto abbiamo come prima indiziata proprio la signora Marta Lobenz,  vispetta per quei tempi e in quel contesto, una “vera civetta” con abiti “scandalosi”, secondo le pettegole di turno. Senz’altro avrà fatto fuori il marito con l’aiuto di un complice, magari con il bel giovanotto alle sue dipendenze. Indagini a tappeto su tutti i vicini, indagato anche il fratello George Lobenz, un farfallone che va dietro a tutte le sottane e che scappa pure. Forse c’è stato uno scambio di persone ed era George che doveva essere ucciso. L’assassino, comunque, evidentemente travestito, sembra un genio che vuole misurarsi con l’intelligenza di Fred. Avendo una voce rauca e bassa secondo le testimonianze, vengono registrate le voci dei vicini ma niente da fare. Ipotesi e dubbi che si accavallano, assillo e scoraggiamento per il nostro sergente. Poi un’idea, un indizio sicuro, una confessione, un’altra confessione diversa dalla prima. Ma quale sarà quella vera?

Storia bene organizzata, al centro il mistero dello sconosciuto, un piccolo spaccato di una piccola società un po’ chiusa con le sue convinzioni tradizionali rispetto soprattutto alle donne, dialoghi veloci ed efficaci. Cade un po’ nel finale con soluzione non nuova, ma nel complesso si tratta  di un buon romanzo.

Per I segreti del giallo abbiamo La polizia ringrazia - Alla ricerca degli archetipi del cinema poliziesco italiano di Romano De Marco, praticamente un excursus che parte da La polizia ringrazia (appunto) del 1972 di Stefano Vanzina, fino al famoso Monnezza interpretato magistralmente da Tomas Milian e impudicamente da Claudio Amendola. Nel mezzo registi come Carlo Lizzani, Fernando Di Leo, Franco Martinelli e attori come Enrico Maria Salerno, Franco Nero, Maurizio Merli.