La fisarmonica rubata a un suonatore di strada e un uomo ucciso per le percosse nel suo appartamento. Questo è ciò che succede a Parma la vigilia di ferragosto. Dell’omicidio si occupa il capo della mobile, commissario Soneri, ma anche il furto della vecchia fisarmonica lo lascia interdetto, soprattutto quando gli riferiscono che chi ha rubato lo strumento ha prima minacciato l’uomo di non riferire ciò che ha visto. Ma cosa ha visto? Lui stesso non lo sa. Le indagini di Soneri portano a un giro di usura che coinvolge commercianti e imprenditori della città.

L’investigatore si rende conto di quanto sia difficoltoso entrare nei risvolti psicologici di questo tipo di reato. Il denaro, ovviamente è ciò che muove tutto, ma qual è la ragione che porta l’usurato a giustificare il suo carnefice e vedere in lui l’unica persona che può comprenderlo, anche se lo porta al fallimento? Soneri si rende conto che l’usuraio incanta tutti, le sue vittime lo giustificano, non per paura ma per rispetto. Ma rispetto dovuto a cosa? In un mondo in cui non vedono più appigli, soluzioni alla loro situazione economica, dove le banche iniziano a negare il credito necessario per uscire dal baratro, arriva lui, l’usuraio. Propone una via di uscita, rassicura, presenta il denaro in contante e, soprattutto, fa credere alle vittime che devono avere fiducia nelle proprie capacità imprenditoriali. E’ una figura percepita come quella del “buon padre di famiglia”.

E’ l’affresco di una provincia da sempre vissuta come tranquilla e serena, ma che ha da tempo in sé il seme del male. Questa è Parma, ma la descrizione si adatta a qualsiasi piccolo centro della bonaria Emilia.

La scrittura di Valerio Varesi è imperniata della tradizione popolare, con metafore che sottolineano e rafforzano i temi di cui si occupa. Induce a riflettere sulla decadenza che sembra superare il progresso, come se fosse parte di questo. Ma è la reazione psicologica della collettività agli eventi che ama analizzare l’autore. Attraverso il giallo della vicenda si alterna un’indagine della coscienza. Vi troviamo un Soneri che riflette sul proprio lavoro, sugli strumenti che ha a disposizione per arrivare a scoprire ciò che è successo. E’ sempre più difficile far coincidere la verità reale con quella giuridica, Il commissario scopre i colpevoli ma anche un meccanismo tale che gli impedisce di dimostrarlo.