Carlotto ritorna con una storia dei suoi personaggi dal cuore “fuorilegge”, Marco Buratti, alias l’alligatore, Max la Memoria e Beniamino Rossini. Sono tutti invecchiati e intristiti ma ritornano attivi quando si tratta di investigare su un crimine odioso e salvare qualche ragazza dalle grinfie della malavita.

Anche quest’ultimo romanzo è un noir che racconta la provincia veneta nelle sue contraddizioni e nei suoi lati più oscuri. Non si salva nessuno, meno che mai le giovani generazioni. Ma non basta, c’è anche un’evoluzione della criminalità organizzata che proviene dall’Ucraina e dalla Russia in guerra e che fanno affari in un settore che non prevede ostilità nazionaliste: l’unica regola valida è fare profitti. Chi sgarra paga, indipendentemente dalla nazionalità. Ecco che il trio di investigatori padovani si trova di fronte il nemico di sempre, quel Giorgio Pellegrini che credevano morto nella precedente storia in Austria. Vengono chiamati per indagare su un finto rapimento ma ben presto scoprono che nasconde un giro di fatture false, di capitali in nero che sfuggono al fisco e finiscono in una “banca” segreta cinese. Un meccanismo ben oliato che deve continuare, qualunque cosa accada. Su un altro fronte, Rossini si dedica al salvataggio di ragazze ucraine avviate alla prostituzione portandole al riparo in un convento. Chi fa soldi con le ragazze non gliela perdonerà.

Una storia ben dosata in tutti i suoi elementi, dialoghi che scolpiscono i personaggi e descrivono la deriva di una città e di un paese intero verso l’edonismo e la ricerca affannosa del successo attraverso l’accumulo della ricchezza a vantaggio esclusivamente personale, al massimo della propria famiglia.  

Molto alcool e, come sempre, molto blues, questa volta esclusivamente al femminile.