Valerio Varesi è giornalista per la redazione bolognese di La Repubblica. Ha creato il personaggio del commissario Soneri, che con il volto di Luca Barbareschi è approdato in Tv nella serie di sceneggiati Nebbie e Delitti su Rai Due nel novembre 2005 (al fianco di Barbareschi c'era anche Natasha Stefanenko). Ha scritto Ultime notizie di una fuga, Bersaglio, l'oblio, Il cineclub del mistero, L'Affittacamere, Il Fiume delle nebbie, Le Ombre di Montelupo e A mani vuote. Il suo sito (www.valeriovaresi.net) e il suo blog www.valeriovaresi.splinder.com sono a cura dell'autore e di Mauro Smocovich.

Perché hai voluto aprire un sito internet?

Non potevo più ignorare questa forma di comunicazione che ormai sta prendendo sempre più piede, dalla quale passa una discreta parte della comunicazione tra scrittore-lettore.

Sei scrittore e giornalista, hai parlato di comunicazione, come è la comunicazione adesso e come dovrebbe essere a tuo parere?

Quella del giornale è una comunicazione semplificata perché ha delle esigenze di immediatezza e come tutte le semplificazioni è una forma a volte un po’ rozza che spesso altera il senso. Invece la forma comunicativa dello scrittore va a cercare la complessità del reale, o almeno dovrebbe farlo.

Internet quindi come una delle forme di comunicazione. Qual è il tuo rapporto con internet?

Penso sia una delle invenzioni più importanti degli ultimi decenni, è un’enciclopedia a portata di pulsante ma come tutte le cose è ambivalente, può essere un elemento di promozione di cultura ma può altresì essere un veicolo di fesserie. Spero che non avvenga ciò è successo per la televisione: un grande mezzo sfruttato per gli scopi più cretini.

Una volta si diceva “L’hanno detto in televisione” per intendere che era sicuramente vero. Oggi accade in televisione e ancora più su internet che bisogna vagliare la competenza di chi scrive, visto che non esiste un filtro.

Da una parte è una forma di democratizzazione del sapere, dall’altra è uno strumento di massa dove tutti possono scrivere, quindi bisogna avere i mezzi critici per vagliare quello che leggi. Per molti versi è uno strumento insidioso.

Che rapporto c’è tra internet e i libri?

Può esserci una sinergia tra il mezzo su carta e il mezzo digitale. Credo che tra queste due modalità ci sia un reciproco potenziamento anziché la sopraffazione del digitale sul cartaceo come era stato preconizzato da qualcuno. Su questo argomento ha visto bene Umberto Eco.

Che rapporto c’è, invece, tra te e internet, quanto lo usi?

Per me è uno strumento di lavoro. Quando ho un dubbio verifico su internet. In qualche caso lo strumento si sostituisce al lavoro del giornalista. Negli Stati Uniti è accaduto che promotori di blog che ponevano particolari domande e stimoli di ordine sociale, abbiano finito per diventare giornalisti di inchiesta. Oppure i giornali on-line, che hanno necessità di conoscere l’opinione dei lettori su un tema, aprono un blog. Quello che era il popolo dei fax è diventato il popolo dei blog.